Nell’ultimo anno sono stati pubblicati numerosi studi con l’intento di replicare le osservazioni sulla possibile correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), e la sclerosi multipla (SM), patologia gravemente invalidante che colpisce circa 63.000 italiani e per la quale purtroppo non esiste ancora una terapia definitiva.
Questi ulteriori studi hanno prodotto risultati molto differenti, alcuni confermativi della teoria di Zamboni, altri invece negativi, dove non è stata osservata alcuna correlazione tra la CCSVI e la SM, altri ancora sono stati solo annunciati alla stampa, come ad esempio il poderoso studio Cosmo, promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism), dove nell’ottobre scorso la stessa Aism dichiarò con malcelato orgoglio che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”.
Per comprendere meglio questa varietà di risultati, quasi sempre ottenuti tramite l’esame ecocolordoppler, che è un esame “operatore-dipendente”, è molto utile valutare anche i potenziali conflitti d’interessi degli autori di questi studi.
Analizzando per prima i risultati degli studi confermativi, dove l’epidemiologia della CCSVI nella SM risulta prevalente con una percentuale superiore all’80%, troviamo subito che gli autori non risultano avere particolari conflitti d’interesse.
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Invece gli studi non confermativi o negativi, con percentuali di prevalenza della CCSVI nella SM inferiori al 10%, risultano quasi sempre prodotti da gruppi dove ci sono ampi e potenziali conflitti d’interesse, spesso dichiarati dagli stessi autori. Stesso discorso per l’annunciato studio Cosmo dell’Aism dove i due “principal investigators” risultano avere potenziali conflitti d’interesse piuttosto pesanti, a causa dei loro rapporti con alcune case farmaceutiche. Uno di essi, durante una recente intervista concessa al programma Report di RaiTre, aveva addiritura definito come un “pervertito” il dr. Fabrizio Salvi, principale collaboratore del prof. Zamboni negli studi sulla CCSVI nella SM.
Per ovviare a queste differenze sono state create delle linee guida condivise a livello internazionale che però raramente sono state seguite da questi autori, né citate nelle loro bibliografie. Chissà perché…