E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica BMC Neurology un interessante studio intitolato “Variazioni dell’area trasversale delle vene giugulari interne durante la rotazione della testa in posizione supina nei pazienti con sclerosi multipla con insufficienza venosa cronica cerebrospinale: uno studio diagnostico prospettico controllato con indagine ecodoppler“.
Secondo alcuni ricercatori italiani, coordinati dal prof. Massimiliano Farina, normalmente l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) è stata studiata utilizzando l’ecocolordoppler (ECD). I soggetti vengono esaminati in posizione supina e seduta, secondo un protocollo statico senza rotazione della testa. Un approccio dinamico, per valutare le dimensioni venose con differenti gradi di rotazione della testa, è stato presentato solo per migliorare la cateterizzazione della venosa giugulare. Questi studi ecografici hanno suggerito che la rotazione della testa verso il lato controlaterale aumenta l’area della sezione trasversale (CSA) delle vene giugulari interne (IJVs) nei soggetti in posizione supina. Il loro obiettivo era quello di valutare il comportamento della CSA delle IJVs durante la rotazione della testa in posizione supina nei pazienti con sclerosi multipla (SM) con CCSVI, rispetto ai controlli sani (HC).
Sono state confrontate mediante ECD le IJVs di 313 pazienti SM con CCSVI (maschi 43,7%, uomini/donne 137/176, età media 45 anni, range 19-77 anni) e 298 HCs, abbinati per sesso (maschi 43,6%, uomini/donne 130/168) ed età (età media 46 anni, range 20-79 anni). Le CSAs loro sono state valutate con i soggetti seduti in una sedia inclinabile, prima in posizione supina a livello della cartilagine cricoide, con la testa in posizione neutra, e poi, dopo rotazione controlaterale a 90° dalla linea mediana.
Sono state osservate differenze significative tra le CSA delle giugulari prima e dopo rotazione della testa solo nei pazienti con SM per le IJVs con collasso della parete (F [ 6,1215 ] = 6414,57, p < 0.001), che mostra nelle scansioni longitudinali un tipico aspetto “a clessidra”, che è stato definito come “meiopragico”. Non è stata trovata nessuna differenza significativa nella distribuzione di queste vene meiopragiche riguardo alla durata della SM. Vi era una forte associazione tra i punteggi di CCSVI e la complessità dei tipi morfologici delle giugulari (Chi2 [ 9 , N = 313 ] = 75,183 , p < 0,001). E’ stata osservata una meiopragia della parete principalmente nei pazienti SM con forme cliniche SP (59,3 %) e PP (70,0 %), rispetto alle forme RR (48,3%) (p = 0,015).
Al termine dello studio, secondo gli autori, un approccio ECD dinamico ha permesso di rilevare le IJVs con un aumento significativo della loro CSA durante la rotazione della testa, ma solo in soggetti con SM. Questa caratteristica, molto probabilmente espressione di una meiopragia congenita della parete, potrebbe essere secondaria ad una disregolazione della sintesi di collagene, ma saranno necessari ulteriori studi istochimici per confermare questa ipotesi.
Fonte: http://www.biomedcentral.com/1471-2377/13/162/abstract