PAOLO ZAMBONI (professore di chirurgia vascolare, Ferrara)*
“Da questo studio (CoSMo) io uscii in fase di progettazione, perché sapevo che la metodologia proposta avrebbe portato a questo risultato negativo. Il problema è che il sistema più semplice per fare diagnosi è l’ecodoppler, ma è un metodo in cui c’è una grande variabilità di risultati dipendenti dall’operatore, in cui il giudizio deriva da una sua interpretazione sui dati. Avevamo proposto di far effettuare l’esame da un angiologo o un radiologo vascolare, più esperto nella materia; viceversa i neurologi hanno voluto avocare a sé la gestione e hanno fatto fare un programma di formazione per personale neurologico, ma l’esame ecodoppler è molto complesso.”
La presenza della Ccsvi in pazienti con sclerosi multipla è confermata dagli scienziati dell’area cardiovascolare in una quota variabile tra il 60 e il 100 per cento dei casi. Viceversa gli studiosi con formazione neurologica, nella maggior parte dei casi, non la trovano associata ai pazienti e la ritengono presente in una quantità pari nella popolazione generale. Questa spaccatura nel mondo scientifico lascia la controversia completamente aperta.
La scorsa settimana (ottobre 2012), a una consensus conference di radiologi il professor Giovanni Simonetti (Università di Roma Tor Vergata) ha proposto di utilizzare una diagnostica integrata con quattro esami: flebografia con catetere, risonanza magnetica delle vene, ecodoppler, pletismografia cervicale. In questo modo si potrebbero avere dati più affidabili.
Avevo già detto che se il dato epidemiologico non è raccolto in modo adeguato, il risultato non è quello reale. Posso far osservare che proprio oggi (ottobre 2012) è uscito su Phlebology (rivista leader per le malattie delle vene) un lavoro che ho condotto in collaborazione con biofisici inglesi, che dimostra – con un metodo che non è operatore dipendente – che nei pazienti con sclerosi multipla e Ccsvi il sangue che esce dal cervello incontra una maggiore resistenza idraulica a causa dei blocchi. Oppure indicare il nostro studio, svolto in collaborazione con colleghi di New York e presentato ieri proprio a Lione, da cui emerge che gli interventi alle vene cerebrali producono miglioramenti. Vorrei ricordare che parliamo di una malattia di cui non si conosce ancora la causa, né il processo patogenetico. E si vuole ostacolare la libertà di ricerca?
* fonte: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/replicazamboni.aspx
GIAMPIERO AVRUSCIO (angiologo ospedaliero, Padova)
“Lo studio CoSMo è l’esempio di uno studio multicentrico, randomizzato e a doppio cieco, che mette in evidenza alcune carenze relativamente al setting dello studio, alla metodologia adottata, alla diversa accuratezza dei test diagnostici, incluse le apparecchiature utilizzate e l’esperienza degli esaminatori. Per questo è stato da più parti criticato perché i risultati mancano della validazione strumentale obiettiva della flebografia che è il gold-standard di riferimento per la diagnosi della CCSVI con Ecocolordoppler. Sarebbe stato molto interessante analizzare i risultati degli sperimentatori, supervisionati dai super esperti, compresi quei falsi positivi valutati tali a “maggioranza” da parte dei super esperti, alla luce del confronto con la flebografia. Credo che con lo studio CoSMo in questo senso si sia persa una grande opportunità scientifica.”
ALDO D’ALESSANDRO (angiologo ospedaliero, Foggia)
“L’esame ecocolordoppler nella CCSVI è un esame estremamente complesso la cui corretta esecuzione ha previsto da parte mia un Master all’Università di Ferrara col prof. Zamboni; questo esame non rientra nel bagaglio culturale dei colleghi neurologi. Peccato lo studio CoSMo, con i fondi investiti dall’Aism, poteva essere una buona opportunità scientifica se affidata nelle mani dei vascolari in collaborazione dei neurologi, ma si è preferito farlo tutto in casa dei neurologi ed il risultato è che è uno studio di cui nessuno parla e nessuno lo prende in considerazione.”
MIRO DENISLIC (professore di neurologia, Slovenia)
“Questo studio italiano sostiene la mia opinione che l’ecodoppler non può essere un gold-standard per la diagnosi di ostacoli venosi. E’ più appropriato un approccio multimodale per l’esame del percorso venoso. Non so se hanno usato gli stessi criteri come proposti dal prof. Zamboni. Gli studi pubblicati (Ludyga, Petrov, Mandato, Denislic) hanno descritto un risultato flebografico normale solo nel 2,1-3,1% dei pazienti con SM. Vorrei invitare i colleghi italiani ad unirsi al nostro gruppo e ad esaminare i pazienti con il doppler e la flebografia invasiva.”
MASSIMILIANO FARINA (angiologo e chirurgo vascolare, Monza)
“Senza dubbio qualcosa non quadra in quanto i risultati di prevalenza sono troppo distanti dai nostri. Sarebbe troppo lungo entrare nel merito della questione, per una diatriba divenuta, credo, difficilmente sanabile. Molto si sarebbe potuto e dovuto fare a riguardo da entrambe le parti, pensando al raggiungimento di un obbiettivo comune, ossia la conferma con rigore scientifico di un ipotesi di lavoro, nel bene del paziente. Vorrei solo concludere facendo mio un vecchio motto latino per cui, molto probabilmente, la “verità come sempre sta nel mezzo”.
GABRIELE GIORDANO (angiologo, Napoli)
“Lo Studio CoSMo presenta delle carenze strutturali incredibili (un profano di neurologia ma esperto di pubblicazioni scientifiche se ne accorgerebbe) e il fatto di essere stato accettato da una rivista come Neurological Sciences la dice tutta sulle pressioni che possono essere esercitate da chi gestisce la COSA.”
ATTILIO GUAZZONI (radiologo vascolare e interventista ospedaliero, Domodossola)
“Gli studi “indirizzati” mi lasciano tiepido; non spendo parole; troppo è stato detto e questo ha provocato il blocco lavorativo di alcune realtà sanitarie pubbliche; critico fortemente anche la sperimentazione , così come voluta, con sham-tecnique. Non la ritengo etica. E tutto quello che è stato fatto? Come se l’esperienza maturata sul campo non valesse nulla. Avremo fatto errori certo, ma qualche risultato lo abbiamo ottenuto.”
SANDRO MANDOLESI (chirurgo vascolare, Roma)
“Va rifatto con una metodologia condivisa. L’Osservatorio Nazionale Epidemiologico sulla CCSVI potrebbe essere lo strumento utile a questo fine.”
DONATO ORESTE (radiologo ecodopplerista ospedaliero, Bari)
“Sarei felice di poter eseguire l’esame ECD sui pazienti arruolati in CoSMo che vogliano ascoltare un altro parere. Per me lo studio CoSMo è stato inficiato da vizi di metodologia e di valutazione degli esami, pertanto i risultati sono estremamente discutibili (come dimostrato dall’ampio corteo di obiezioni che ha subito nel mondo scientifico).”
RAFFAELLO PAGANI (chirurgo vascolare, Milano)
“Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega questa correlazione ho già espresso in altre sedi la mia opinione (http://mediterranews.org/2013/01/sclerosi-multipla-il-parere-del-dr-raffaello-pagani-sui-risultati-dello-studio-cosmo-di-aism/ ); in primis ritengo che non sia azzardato sostenere che lo specialista vascolare conosca meglio e più a fondo le malattie vascolari più dei neurologi (così come, parafrasando, il ginecologo conosca i problemi ginecologici ed ostetrici più del dentista o dell’ortopedico); aggiungiamo poi che per noi vascolari esperti il sistema venoso in senso lato è molto più complesso e difficile da indagare che non il sistema arterioso, data la sua ampia variabilità anatomica, per cui l’indagine di questo versante circolatorio risulta essere molto più impegnativa, figuriamoci poi in un territorio nuovo per tutti noi quale è il distretto cerebro-spinale, fino al 2009 mai indagato.
Se a tutto quanto sopra aggiungiamo che specialisti di altre discipline “rifiutano di apprendere” dai vascolari la metodologia di indagine con ECD della CCSVI, già di per sè oltremodo difficile da eseguire, si possono tranquillamente tirare le somme del perchè lo studio CoSMo neghi la correlazione
UGO RIBA (angiologo, Torino)
“Si tratta di uno studio di nessun valore perché eseguito da personale incompetente e chiaramente sulla base di un pregiudizio.”
DAVIDE SANTUARI (chirurgo vascolare ospedaliero, Milano)
“Posso dire che nella storia della medicina CoSMo è una delle ennesime dimostrazioni di come la Scienza Medica a volte cada nei tranelli della società in cui la si pratica perdendo la libertà. In questo caso l’autore dello sgambetto è quanto mai evidente, ma non è una fede, un credo: è il mercato.”
FRANZ SCHELLING (medico di base, Austria)
“L’intenzione di non confermare questa correlazione è chiara dal modo in cui è prevista l’evidenza del ruolo della dinamica venosa non solo dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, ma da tutti i beneficiari del mercato farmaceutico mondiale della SM.”
PIERLUIGI STIMAMIGLIO (chirurgo vascolare ospedaliero, Padova)
“A mio avviso hanno bisogno di una curva di apprendimento più approfondita.”
ARNALDO TOFFON (chirurgo vascolare ospedaliero, Valdagno)
“Rapporto lo studio CoSMo e l’Aism all’atteggiamento della Chiesa cattolica al tempo dell’inquisizione o se si preferisce che ha impiegato secoli per la riabilitazione di scienziati riconoscendo i propri errori.”
ANTONIO TORI (chirurgo vascolare ospedaliero, Busto Arsizio)
“Credo sia stato fatto “ideologicamente” con l’intento di negare una evidenza!.”