E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry uno studio intitolato “Angioplastica transluminale percutanea per il trattamento dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nei pazienti con sclerosi multipla: sommario di una revisione sistematica Cochrane“.
Secondo alcuni ricercatori coordinati dalla Dr.ssa Esther J van Zuuren dell’Università di Leida (Paesi Bassi), di recente è stato ipotizzato che l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) può essere un importante fattore nella patogenesi della sclerosi multipla (SM). Il trattamento proposto per la CCSVI è angioplastica, conosciuta anche come la “procedura di liberazione”, che viene rivendicata per migliorare il flusso di sangue nel cervello, in modo da alleviare alcuni dei sintomi della SM. L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di determinare gli effetti dell’angioplastica transluminale percutanea per il trattamento della CCSVI nelle persone con SM.
Gli autori hanno cercato studi randomizzati controllati fino a giugno 2012 nei seguenti database: registro del gruppo di revisione Cochrane Sclerosi Multipla, CENTRAL, Cochrane Library 2012 numero 5, MEDLINE (dal 1946), EMBASE (dal 1974) e nella bibliografia degli articoli. Hanno cercato anche nei registri on-line degli studi in corso.
Le ricerche hanno recuperato 159 referenze, sei delle quali erano collegate a studi in corso. Nessun studio randomizzato e controllato ha soddisfatto i loro criteri di inclusione.
Al termine dello studio, secondo gli autori, non esiste attualmente alcuna evidenza di alto livello per sostenere o confutare l’efficacia o la sicurezza dell’angioplastica transluminale percutanea per il trattamento della CCSVI nelle persone con SM. La pratica clinica deve essere guidata da evidenze supportate da studi randomizzati controllati ben disegnati: la conclusione di alcune delle lacune nelle evidenze può essere realizzabile al termine dei sei studi clinici in corso.
Fonte: http://jnnp.bmj.com/content/early/2013/06/17/jnnp-2013-305481.abstract
COMMENTO:
La conclusione é che qualcosa accade e non si puó dire che non serve a nulla. La risposta sarà negli studi randomizzati e controllati in corso, come lo studio Brave Dreams del prof. Zamboni in Italia, che quindi non possono essere fermati od ostacolati come incredibilmente vorrebbero invece l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e la Società Italiana di Neurologia (SIN)), probabilmente a causa dei loro conflitti d’interessi con le case farmaceutiche.
E’ bene invece diffidare dagli incantatori di serpenti che sulla pelle dei malati stanno traendo profitto da questa scoperta senza nulla dare alla ricerca.