Sclerosi Multipla: per la diagnosi della CCSVI serve un approccio multimodale

Creato il 29 giugno 2013 da Yellowflate @yellowflate

E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica BMC Medicine un articolo intitolato “Ruolo delle tecniche di diagnostica per immagini non invasive e invasive per l’individuazione di anomalie del sistema venoso extra-cranico e delle varianti di sviluppo“.

Secondo alcuni ricercatori americani dell’Università di Buffalo (New York) il sistema venoso extra-cranico è complesso e non ben studiato in confronto al sistema venoso periferico. Una condizione vascolare proposta recentemente, denominata insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), inizialmente descritta nei pazienti con sclerosi multipla (SM) ha innescato un forte interesse per una migliore comprensione del ruolo delle anomalie venose extracraniche e delle varianti di sviluppo. Finora, non c’è alcuna modalità di imaging diagnostico stabilita, non invasiva o invasiva, che possa servire come “gold standard” per l’individuazione di queste anomalie venose. Tuttavia, stanno emergendo linee guida e protocolli standardizzati di imaging. Molto probabilmente, un approccio di imaging multimodale sarà alla fine il mezzo più completo per scopi di screening, diagnostici e di monitoraggio. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare lo spettro delle patologie venose extra-craniche e per confrontare i risultati di imaging con gli esami patologici. La capacità di definire e rilevare queste anomalie in modo affidabile e non invasivo è un passo essenziale per stabilire la loro incidenza e prevalenza. Secondo gli autori è dunque ancora da dimostrare il ruolo di queste anomalie nel causare significative conseguenze emodinamiche per il drenaggio venoso intra-cranico nei pazienti con sclerosi multipla e altri disturbi neurologici, e nell’invecchiamento.

Fonte: http://www.biomedcentral.com/1741-7015/11/155/abstract

COMMENTO:

Questo articolo dimostra come per la diagnostica e per definire il ruolo della CCSVI nella sclerosi multipla serva ancora tanta ricerca e soprattutto un approccio “multimodale”, dunque non basato su un unico metodo diagnostico come l’ecocolordoppler.

Appare dunque incredibile come l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) consideri invece come definitivo il proprio studio epidemiologico CoSMo (non  ancora pubblicato su alcuna rivista scientifica…), che secondo molti studiosi ha degli importanti difetti procedurali già in fase di partenza.

Forse solo l’importante conflitto d’interessi con le case farmaceutiche può spiegare lo strano comportamento dei vertici dell’Aism.



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