Magazine Attualità

Sclerosi Multipla: perché chi opera la CCSVI non pubblica i propri dati diagnostici?

Creato il 29 aprile 2013 da Yellowflate @yellowflate

ccsviL’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) sta continuando a presentare ossessivamente in giro per l’Italia i risultati del proprio studio epidemiologico Cosmo (non ancora pubblicato su alcuna rivista scientifica) secondo i quali l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, non è correlata alla sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Dei gravi difetti metodologici di questo studio, svolto in un pesante conflitto d’interessi da parte dei neurologi partecipanti, se ne è parlato ampiamente su questo sito indipendente.


Per poter superare i limiti oggettivi dell’esame ecocolordoppler, assai “operatore-dipendente” e soggetto dunque ad interpretazioni spesso distorte in assenza di uno specifico training di formazione, sarebbe sufficiente che tutti i radiologi interventisti ed i chirurghi vascolari che hanno effettuato esami flebografici con successiva angioplastica con palloncino (in Italia non sono pochi) pubblicassero i loro dati diagnostici, dai quali emergerebbe facilmente che la gran parte dei malati di sclerosi multipla (oltre il 90%) presentano queste anomali venose che impediscono un regolare deflusso di sangue dal cervello e dal midollo spinale, causando tra l’altro un’ipoperfusione cerebrale.


Questo lavoro finora è stato fatto (parzialmente) solamente dal team polacco del Dr. Marian Simka, che nel dicembre 2011 ha pubblicato sulla rivista scientifica Functional Neurology uno studio intitolato “Prevalenza di anomalie venose extracraniche in soggetti con sclerosi multipla” (http://www.sclerosionline.net/articolo/prevalenza-di-anomalie-venose-extracraniche-in-soggetti-con-sclerosi-multipla).

Al termine dello studio, secondo questi autori, le patologie venose sono risultate essere altamente associate alla sclerosi multipla, ma rimane da stabilire la rilevanza clinica di questo fenomeno.

Oggi siamo a maggio 2013 e sembra davvero incredibile che nessun altro interventista (oltre a Zamboni) abbia pubblicato in letteratura i propri dati in uno studio simile a quello di Simka, per poter così definitivamente smentire gli studi effettuati dai neurologi, quasi sempre in conflitto d’interessi, secondo i quali addirittura la CCSVI non esiste.


In merito abbiamo già lanciato diversi appelli, tutti caduti nel vuoto. Chissà come mai…

PS: i neurologi nel frattempo non hanno queste remore e pubblicano studi a raffica contro la CCSVI…

Sclerosi Multipla: perché chi opera la CCSVI non pubblica i propri dati diagnostici?

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog