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Sclerosi Multipla: secondo uno studio australiano trattando la CCSVI migliora la perfusione cerebrale

Creato il 27 febbraio 2015 da Yellowflate @yellowflate

Sclerosi Multipla: secondo uno studio australiano trattando la CCSVI migliora la perfusione cerebrale E' stato pubblicato sulla rivista scientifica Phlebology della prestigiosa Royal Society of Medicine un interessante studio intitolato " Objective duplex ultrasound evaluation of the extracranial circulation in multiple sclerosis patients undergoing venoplasty of internal jugular vein stenoses: A pilot study " (Valutazione obiettiva ecodoppler della circolazione extracranica nei pazienti con sclerosi multipla sottoposti ad angioplastica delle stenosi delle vene giugulari interne: uno studio pilota).

Secondo alcuni ricercatori australiani guidati da Paul Thibault, l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) è una condizione associata con la sclerosi multipla (SM) e si manifesta con stenosi nella circolazione venosa extracranica. C'è la necessità di una valutazione obiettiva non invasiva della CCSVI che sia in grado di identificare con precisione la posizione delle stenosi e di quantificare i cambiamenti fisiologici nel flusso sanguigno dopo il trattamento.

Viene descritto un metodo ecodoppler, l'ecodoppler extracranico (ECD), in cui sono state esaminate le vene giugulari interne (IJVs) e le vene vertebrali (VVs) in posizione supina e seduta prima e dopo angioplastica su otto pazienti con SM clinicamente definita. E' stato utilizzato un modello di imaging ad alta risoluzione B-mode per individuare stenosi evidenti, membrane intra-luminali, anomalie delle valvole e ispessimenti delle pareti venose. L'ECD è stato poi utilizzato per valutare il flusso sanguigno compendente il reflusso. Per valutare le ostruzioni, il volume dei flussi sanguigni venosi (BVFs) sono stati presi bilateralmente dai segmenti prossimale (J1), medio (J2) e distale (J3) delle IJVs e delle VVs medio-cervicali. Per valutare la perfusione cerebrale, sono state prese misure bilaterali del BVF, solo in posizione supina, dalle arterie carotidi prossimali interne (ICA) e dalle arterie vertebrali medio-cervicali (VA). Il flusso sanguigno cerebrale globale arterioso (GACBF) è stato quindi calcolato come la somma delle misure ICA e VA.

L'ECD pre-flebografico ha rilevato stenosi o ostruzioni delle IJV in tutti i pazienti. I risultati della flebografia erano coerenti con quelli dell'ECD pre-trattamento con l'eccezione dell'individuazione di stenosi bilaterali delle IJV su due pazienti con diagnosi di stenosi unilaterale della IJV con ECD. Un significativo miglioramento del GACBF era evidente dopo angioplastica (p < 0,05). È stata inoltre osservata una tendenza al miglioramento del BVFs dopo il trattamento di entrambe le IJVs e VVs medio-cervicali. Questo miglioramento era più marcato nelle VVs di sinistra (p = 0,052) e nel segmento J2 delle IJVs di destra (p < 0,05).

Al termine dello studio, secondo gli autori, l'esame ECD descritto fornisce una valutazione obiettiva affidabile delle stenosi delle IJV e VV e, con l'uso del BVFS, può quantificare il grado di ostruzione. Questi risultati supportano l'uso dell'ECD come valutazione post-operatoria non invasiva del successo dell'angioplastica. La capacità dell'ECD di misurare il GACBF fornisce un ulteriore parametro per monitorare la fisiopatologia vascolare nei pazienti con SM. Gli attuali risultati supportano l'opinione che i primi benefici sintomatici osservati dopo l'angioplastica per stenosi nella circolazione venosa extracranica possano essere il risultato di un aumento della perfusione cerebrale.

Fonte: http://phl.sagepub.com/content/30/2/98.abstract

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