E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica European Neurology un articolo intitolato “Sulla successione storica delle terapie basate sui vasi nel trattamento della sclerosi multipla“.
Secondo alcuni neurologi canadesi dell’Università di Calgary (Alberta), dal 2009 il modello (CCSVI) di sclerosi multipla ha attirato molta attenzione, e gli associati interventi chirurgici di “angioplastica” sono stati spesso pubblicizzati come una nuova idea. In realtà, si tratta di una nuova incarnazione di varie terapie basate sui vasi tentate per la sclerosi multipla in passato, che risalgono al 1930, quando Tracy Jackson Putnam (1894-1975) provò con l’anticoagulante farmacologico. Ciò è stato seguito negli anni ’40 dagli studi di Richard M. Brickner (1896-1959) sui farmaci vasodilatatori, che hanno ulteriormente ispirato studi di simpaticectomia e ganglionectomia. Negli anni ’50 Ilya Mark Scheinker (1902-1954) studiò la terapia vasopressoria, mentre Roy Laver Swank (1909-2008) studiò gli effetti di una dieta a basso contenuto di grassi saturi nei suoi pazienti. L’articolo discute la lunga storia di questi tentativi terapeutici e le teorie eziologiche che li hanno ispirati.
Fonte: http://www.karger.com/Article/FullText/348780
COMMENTO:
Questo articolo è un modo di far capire che non è che Zamboni e Salvi abbiano “superato” la ricerca neurologica sulla SM proponendo la CCSVI. Quest’ultima non è altro che l’ultima figlia di una traccia di coinvolgimento del sistema vascolare nella SM che da tempo era stata ipotizzata dalla comunità neurologica. Niente di originale dunque nella CCSVI.
In effetti si limitano a citare i tre articoli di ipotesi e non citano per nulla tutta la recente ricerca in cui è stato dimostrato che la CCSVI comporta bassa perfusione e bassa velocità di circolo del fluido cerebrospinale (liquor), due importanti contributori nella patogenesi della SM. Dati nuovi, originali, rilevanti ma accuratamente nascosti ai lettori di questo articolo…chissà perché…