E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Vascular Surgery un articolo intitolato “Innesto a spirale venoso per un bypass della vena giugulare interna in un paziente con sclerosi multipla e sospetta insufficienza venosa cronica cerebrospinale“.
Secondo alcuni ricercatori della Mayo Clinic di Phoenix (Arizona) l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) è stata implicata come un fattore che contribuisce alla sclerosi multipla (SM). Questa teoria è fortemente dibattuta all’interno delle comunità della neurologia e radiologia. Il rapporto presenta il caso di un uomo di 45 anni, con SM e sospetta CCSVI che aveva subito una precedente angioplastica con stenting della vena giugulare interna. Il paziente ha riferito un miglioramento drammatico dei sintomi dopo l’intervento. Lo stent si è trombizzato nonostante i farmaci antitrombotici, e diversi interventi endovascolari non sono riusciti a ripristinare una pervietà a lungo termine. E’ stata quindi eseguita una ricostruzione venosa in aperto della vena giugulare interna con un innesto a spirale dalla vena safena. I sintomi del paziente sono migliorati per diverse settimane fino a quando la ricostruzione venosa si è occlusa. Secondo gli autori questo caso è il primo segnalato di ricostruzione venosa in aperto per sospetta CCSVI.
Fonte: http://www.annalsofvascularsurgery.com/article/S0890-5096%2813%2900074-5/abstract
COMMENTO:
Questo articolo (vecchio di un anno nonostante la pubblicazione a luglio 2013) dimostra come l’angioplastica e anche l’intervento chirurgico in aperto per la CCSVI possano drammaticamente migliorare i sintomi della sclerosi multipla, ma c’è un evidente rischio di restenosi con la richiusura dei vasi trattati.
Serve dunque tanta ricerca per migliorare le tecniche interventistiche come lo studio Brave Dreams ed è opportuno diffidare dagli apprendisti stregoni che spesso per fare soldi sulla pelle dei malati promettono quasi dei miracoli portando anche testimonianze non provate (e non pubblicate).