L’obiettivo del team serbo, coordinato dal prof. Radak, è quello di presentare un caso molto raro di insufficienza venosa cronica cerebro spinale in un paziente con sclerosi multipla, dimostrata dalla tomografia computerizzata multistrato, causata sia dall’ostruzione della vena brachiocefalica dall’aberrante arteria succlavia destra e dalla compressione della vena giugulare interna distale dall’azione della prima vertebra cervicale trasversale.
Secondo gli autori, la CCSVI è caratterizzata dalla stenosi della vena giugulare interna e/o della vena azygos e da un insufficiente drenaggio venoso cerebrale. Zamboni et al. hanno descritto nei pazienti con sclerosi multipla una forte associazione tra le malformazioni della vena giugulare interna, la conseguente fisiopatologia cerebrale e la CCSVI. In un diverso rapporto gli autori avevano descritto varie anomalie venose che hanno stato trovato nei loro pazienti con CCSVI, incluse stenosi, occlusioni complete, distorsioni, e strutture patologiche intraluminali quali membrane, tessuti e valvole invertite, ma non è stata osservata alcuna ostruzione della vena esterna come causa della CCSVI.
L’ostruzione della vena brachiocefalica, vista nel loro caso, è una conseguenza rara e molto particolare di compressione dell’ARSA. Questo fatto, accompagnato dall’ostruzione bilaterale della vena giugulare interna distale dall’azione di compressione della prima vertebra cervicale trasversale, contribuisce in modo significativo all’insufficiente drenaggio venoso cerebrale ed alla presenza della CCSVI.
Zamboni et al. hanno dimostrato che l’angioplastica percutanea della vena giugulare interna stenosizzata migliora significativamente le conseguenze della CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla. Questa ipotesi è attualmente in discussione ed oggetto di numerosi studi in corso in tutto il mondo.
Per quanto riguarda i risultati del caso del loro rapporto la CCSVI potrebbe verificarsi non solo a causa di anomalie venose intraluminali ma anche dall’ostruzione della vena brachiocefalica e della giugulare esterna, nel qual caso l’angioplastica percutanea sarebbe inutile. Non è chiaro se la decompressione chirurgica in questo particolare paziente potrebbe alleviare i sintomi neurologici.
Fonte: http://www.annalsofvascularsurgery.com/article/S0890-5096(11)00610-8/abstract