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Sclerosi Multipla: un misterioso studio australiano sul metodo Zamboni

Creato il 04 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate

home_coverE’ stato pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Neuroradiology (AJNR) un piccolo studio intitolato “Il mistero dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale: risultati flebografici ed ecografici identici in pazienti con SM e controlli“.

Secondo alcuni ricercatori australiani dell’Istituto Neurologico del Sir C. Gairdner Hospital di Perth, sono state riportate nella sclerosi multipla (SM) con un alto grado di sensibilità stenosi della vena giugulare interna e azygos, utilizzando l’ecodoppler transcranico e del collo e confermate con la flebografia. Il loro articolo riporta i risultati ecografici in pazienti con SM e controlli sani, cercando le prove della controversa entità dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale. Inoltre, viene documentato l’aspetto flebografico nei controlli.


Di seguito trenta pazienti con SM definita e 10 controlli sono stati sottoposti a TCD (doppler transcranico) e ad ecodoppler ad alta risoluzione dei vasi del collo utilizzando i criteri ecografici pubblicati da Zamboni ed altri. Quelli con due criteri positivi hanno acconsentito di sottoporsi alla flebografia a sottrazione digitale con contrasto per la demarcazione delle possibili stenosi venose. Di seguito nove pazienti che sono stati sottoposti a flebografia con contrasto a sottrazione digitale per il campionamento venoso petroso o per il campionamento paratiroideo avevano immagini delle loro vene giugulari interne ottenute come parte della loro procedura, e sono state valutate come stenosi.

Nessun paziente con sclerosi multipla o di controllo aveva due criteri ecografici ecografici positivi (…), e quindi non sono stati sottoposti a flebografia (…). Dei 9 controlli sani sottoposti a flebografia per altri motivi, 6 avevano un restringimento bilaterale della vena giugulare interna (IJV) pari o maggiore del 50%, e 2 altri avevano restringimenti unilaterali.


Al termine dello studio, secondo gli autori, non sarebbe stata rilevata alcuna differenza tra i pazienti con SM e i controlli utilizzando i criteri ecografici oggettivi di Zamboni e altri. Inoltre, sarebbe stato trovato molto comunemente un normale restringimento fisiologico nelle vene giugulari interne degli individui sani. Una valutazione ecografica soggettiva non in cieco della vena giugulare interna (IJV) potrebbe erroneamente condurre alla flebografia, i cui risultati potrebbero essere malinterpretati a causa della mancanza di diffusa conoscenza sull’aspetto di queste vene negli individui sani.

Fonte: http://www.ajnr.org/content/early/2013/01/31/ajnr.A3390.abstract

COMMENTO:

Come spesso accade negli studi “contrari” all’ipotesi del prof. Zamboni sulla CCSVI nella SM, è piuttosto interessante l’informativa sui potenziali conflitti d’interesse di uno dei due autori (Allan Kermode), consulenze: Bayer, Sanofi-Genzyme, CSL, Merck, Biogen-Idec, Novartis, compensi per lezioni (anche come speaker): Bayer, Sanofi-Genzyme, CSL, Merck, Biogen-Idec, Novartis, spese per viaggi, pernottamenti/meetings: Bayer, Sanofi-Genzyme, CSL, Merck, Biogen-Idec, Novartis.

Comunque sia, questo studio ha un disegno misterioso poiché:

1) Gli autori non hanno trovato con l’ecodoppler nessun caso di CCSVI (!!!). Anche se essi assicurano di essere stati “rigorosi” non risulta che abbiano fatto alcun training specifico per la CCSVI e i 30 casi da loro esaminati erano i primi… Sfortunatamente non hanno poi eseguito la flebografia con catetere su questi casi;

2) Gli autori hanno trovato la CCSVI con la flebografia in 9 pazienti senza sclerosi multipla, ma su di essi non avevano eseguito alcun ecodoppler prima della flebografia, per capire se sono casi di CCSVI senza sclerosi multipla;

In parole povere nel primo caso non confermano l’assenza di CCSVI con la flebografia.


Nel secondo caso non confermano la presenza di CCSVI con i criteri doppler. E addirittura comparano le flebografie con le immagini pubblicate da Ludyga, Simka e Zamboni.

L’unica cosa davvero misteriosa di questo “studio” è la metodologia scelta dagli autori e il fatto che i revisori della rivista abbiano sancito che tale metodologia era appropriata…


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