E’ stato pubblicato sulla rivista medica “Journal of Cardiovascular Magnetic Resonance” lo studio intitolato “Visualizzare e quantificare il flusso venoso cerebrospinale utilizzando il PC-VIPR” presentato da un team dell’Università del Wisconsin durante il 15th Annual SCMR Scientific Sessions tenutosi ad Orlando in Florida dal 2 al 5 febbraio 2012.
Secondo i ricercatori americani guidati dal Dr. Eric M. Schrauben recentemente Zamboni et al. hanno ipotizzato che l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), con reflusso a livello delle vene cerebrospinali profonde, accelera un anomalo deposito di ferro con una cascata di eventi neuroinfiammatori che alla fine portano alla sclerosi multipla (SM). Zamboni ha proposto cinque criteri ecografici basati sui cambiamenti di diametro e di flusso ridotto nelle vene cerebrospinali per diagnosticare la SM, alcuni dei quali sono difficili da valutare perché richiedono uno specifico hardware per ultrasuoni e la formazione dei tecnici e le misure ecografiche che sono note essere operatore-dipendente. Gli autori hanno descritto la loro esperienza iniziale con un approccio del flusso mediante risonanza magnetica in 4D PCVIPR, per superare questi problemi con un operatore indipendente, con una tecnica non invasiva che fornisca tutta la copertura dei vasi.
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Al termine dello studio, secondo gli autori, è stato dimostrato il potenziale delle acquisizioni di risonanza magnetica in 4D per misurare e visualizzare in modo non invasivo l’anatomia dei vasi e i campi di velocità nelle vene cerebrospinali. L’uso di PC VIPR fornisce informazioni emodinamiche su un ampio territorio vascolare semplificando notevolmente la scansione e fornendo informazioni più complete sui percorsi dei vasi rispetto alle acquisizioni in PC 2D.
Questo studio in futuro potrebbe consentire di arrivare ad un esame diagnostico non invasivo della CCSVI maggiormente attendibile soprattutto dopo le recenti polemiche relative alla validità di alcuni studi con ecocolordoppler dove gli operatori non erano stati adeguatamente formati, come ad esempio lo studio Cosmo promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), che già nell’ottobre scorso aveva dichiarato alla stampa che, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI era stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati.
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Fonte: http://www.jcmr-online.com/content/14/S1/W33
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