Queste parole di Beppe Severgnini ben esprimono il concetto che sta alla base dello scrivere: se qualcosa si può dire, è bene dirlo senza tanti giri di parole. "Tutto quello che non è indispensabile, è dannoso, (...) nocivo, controproducente." Scrivere bene vuol dire saper togliere ciò che non è necessario. Oltretutto, scegliendo la brevità, si corrono meno rischi di sbagliare.
Non è forse la vita come scolpire una scultura, un brano da scrivere, una strada da percorrere? Nasciamo, e in potenza siamo tutto ciò che esiste. Cresciamo, e ci sono date delle vie per cui crescere e incamminarci. Scegliendone alcune, automaticamente ne eliminiamo altre, finché non rimane un solo sentiero. Non è ben chiaro se in mezzo alla confusione sia lui a chiamarci, o noi a trovarlo. Quel che è certo è che quando lo vediamo per ciò che è siamo disposti ad abbandonare tutto il superfluo; una volta che la statua è scolpita, il blocco di marmo è perso, non può esser recuperato. Definire non è limitare, definire è creare, trovare certezze nel buio.




