Scomparso il fascicolo sulla morte del Bandito Giuliano.

Il giallo che avvolge la storia di Salvatore Giuliano non accenna a sbiadire, al contrario.

Un altro elemento, la rende ancora più misteriosa: è sparito il fascicolo sulla sua morte.

Aperto subito dopo l’omicidio, avvenuto il 5 luglio del 1950, il documento era stato “riesumato” dai pm di Palermo per analizzarne alcuni elementi.

Si ipotizzava, infatti, che quello sepolto nel cimitero di Montelepre non fosse Giuliano e adesso quel fascicolo (dopo aver preso atto del “nulla di fatto” dal raffronto con i familiari in vita di Giuliano e quello con gli abiti), era necessario per esaminare il referto firmato dal medico legale dopo il decesso.

Ma di quell’incartamento, così come dell’esame autoptico, nessuna traccia né in Procura, né all’Archivio storico di Palermo dove tutti gli atti di inchieste penali devono essere portati decorsi 50 anni.

L’inchiesta, in attesa del deposito ufficiale della consulenza degli esperti che hanno comparato il dna trovato su alcuni oggetti appartenuti al bandito con quello del corpo sepolto e riesumato, resta aperta.

Sebbene i consulenti hanno già detto, ufficiosamente, che il dna estratto dagli abiti esaminati non è sufficiente per arrivare a una conclusione certa sull’identità del cadavere, adesso, per eliminare ogni sospetto, la Procura potrebbe decidere di riesumare i genitori del «re di Montelepre».

Il confronto del loro dna con quello del corpo sarebbe risolutivo per accertarne l’identità.

Marina Angelo