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Scomparso – Joseph Hansen

Creato il 15 marzo 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Scomparso – Joseph HansenRecensione di Emanuela D’Alessio

Molto gradita la scelta di Elliot di pubblicare Scomparso, il primo dei dodici romanzi di Joseph Hansen dedicati all’investigatore privato Dave Brandstetter. Perché questo scrittore americano, raffinato e originale, uno dei pochi autori omosessuali a essere pubblicato negli Stati Uniti negli anni Settanta, è in pratica sconosciuto in Italia  (a parte qualche titolo comparso nei Gialli Mondadori tra il 1981 e il 1993); ma soprattutto perché Dave Brandstetter, il protagonista della fortunata serie, è un investigatore atipico, assai distante dagli stereotipi cui siamo stati abituati dal poliziesco più tradizionale e nonostante lo stesso Hansen abbia trovato la principale ispirazione proprio in quel Ross MacDonald, pseudonimo di Kenneth Millar, considerato uno dei primi tre grandi autori della letteratura hard boiled, dopo Dashiell Hammet e Raymond Chandler.
Dave Brandstetter ha quarantaquattro anni, ha combattuto in Corea ma non impugna pistole né mena le mani, non frequenta prostitute perché è gay e Rod, il suo compagno, è appena morto di cancro. «E c’era intesa nei suoi occhi – occhi opachi e curiosi, simili a pietre levigate in mezzo a un torrente». Lavora da ventidue anni nella compagnia di assicurazioni del padre, «magro, dritto, tonico. Solo la chioma bianca rivelava l’età. Quasi settanta», che colleziona matrimoni con ragazzine.

«Gli sudavano le mani mentre guidava. Perché? Sul suo volto apparve un sorriso amaro. Che senso aveva tanta cautela? Non aveva forse desiderato solo morire nelle ultime sei settimane? Serrò la bocca. Era finita. Adesso doveva adattarsi a vivere. Che altro poteva fare? Vivere e dimenticare, almeno finché non fosse stato in grado di ripensarci senza soffrire. E prima o poi ci sarebbe riuscito. Ma certo. Lo dicevano tutti i libri. La summa dell’umana saggezza. Nel frattempo, era di nuovo al lavoro».

Il lavoro è accertare che cosa sia accaduto a Fox Olson, «aveva intelligenza, talento, gusto, sensibilità. Era bello. Aveva fascino e senso dell’umorismo. Sapeva scrivere, dipingere, cantare, suonare, comporre», scomparso cinque giorni prima e dichiarato morto dalla polizia dopo aver ritrovato la sua macchina sotto un ponte, ma non il suo corpo. In gioco ci sono 150.000 dollari per la vedova, ma si sa, le assicurazioni non pagano tanto facilmente. E Dave Brandstetter, gentile ma ostinato, paziente ascoltatore e acuto osservatore, non si lascia convincere dall’ovvio.
Inutile e inopportuno svelare i dettagli della vicenda, abilmente costruita e intrecciata, ricca di atmosfere e suspense, dove i numerosi protagonisti, di cui Hansen descrive con efficacia l’aspetto ed esplora i risvolti più nascosti, risultano allo stesso tempo colpevoli e innocenti.
Il finale è ovviamente a sorpresa, ma ancor più sorprendente si rivela l’intero romanzo, che definire “giallo” appare riduttivo, così privo di cinismo e volgarità, e così denso di malinconia, pietà e leggerezza.
Colpisce e incanta la scrittura raffinata e misurata di Hansen che, come un pittore espressionista, usa i colori e le sfumature interiori per rappresentare la natura: «Una nebbia fitta nascondeva alla vista il canyon chiuso su tre lati sul quale si affacciava una cittadina di nome Pima, in California. Pioveva. Non una pioggia intensa, ma incessante, grigia e tetra». Le cose: «Casa Kincaid era una vasta dimora vestita di assicelle di legno, con tanto di cupole e un portico decorato tutt’intorno. Voleva essere gialla, ma non andava oltre un malsano marroncino chiaro. Le finestre sporche si affacciavano sulle onde che si infrangevano fangose su una passerella piena di crepe e su una striscia di sabbia sporca. La porta si aprì come lo sbadiglio di un vecchio». I luoghi: «Bell Beach era un posto sperduto, distante dall’autostrada. Le strade deserte e cotte dal sole erano piene di sabbia, da cui spuntavano spessi fili d’erba marrone. Nell’erba gabbiani e pellicani indugiavano come polverosi pezzi da museo. Le case avevano squallide decorazioni a stucco e un’orgia di folli torrette. Gli intonaci sgargianti erano sbiaditi e scrostati. Le assi ricurve e annerite. Finestre rotte. Quelle che non erano rotte erano sbarrate».

Nota sull’autore
Nato nel 1923 in South Dakota, è stato un poeta e scrittore, conosciuto soprattutto grazie alla serie dedicata all’investigatore privato Dave Brandstetter. Nel 1970, anno di pubblicazione del romanzo Scomparso, Joseph Hansen partecipò alla realizzazione del primo Gay Pride a Hollywood. Insieme a Tennessee Williams e Christopher Isherwood, fu uno dei pochi scrittori omosessuali a essere pubblicato negli Stati Uniti in quegli anni. Nel 1992 vinse il Premio alla carriera dell’associazione Private Eye Writers of America e il Lambda Literary Award for Gay Men’s Mystery della Lambda Literary Foundation. Hansen è morto nel 2004 per un attacco di cuore nella sua casa a Laguna Beach, California. È stato sposato con l’artista lesbica Jane Bancroft, morta nel 1994. La loro figlia ha scelto di operarsi per cambiare sesso. Scomparso è il primo episodio della serie dell’investigatore Brandstetter di cui Elliot proseguirà la pubblicazione.

Per approfondire:
leggi la recensione su Fuori le Mura
leggi l’intervista a Hansen su Gay Today
leggi la segnalazione di Federico Novaro

Joseph Hansen, Scomparso
traduzione di Manuela Francescon
Elliot, 2012
pp. 188, euro 14


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