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Scomparso Lucio Dalla. Ora dove si nasconde?

Da Postscriptum

Scomparso Lucio Dalla. Ora dove si nasconde?

Il fattaccio è accaduto stamattina, in Corso Buenos Aires, uno sparuto gruppo di persone ha rilasciato alla stampa le seguenti dichiarazioni: “Io non ho visto niente, non ho visto la sua faccia. Passavo di qua, con mia moglie andavo a caccia…”
“Io l’ho visto da vicino. Gli occhi erano due sputi, la faccia era gialla, una faccia da assassino!”
“L’ho visto accarezzare un cane, avevano lo stesso sguardo: cane e uomo morivano di fame.”
“Scendeva di corsa le scale, le scale della metropolitana. In mano ci aveva del tonno, un salame e una banana. Poi, sul più bello è spuntato anche il coltello! E un colpo di qua, e un colpo di là..”
“Dev’essere uno slavo che dorme e ruba alla stazione. Quegli occhi senza luce.. è senz’altro un mascalzone!”

In effetti i pareri sulla personalità del tizio sono contrastanti, qualcuno ha aggiunto, lontano dalle telecamere, che probabilmente il tizio è stato il primo a pensare di importare il free jazz all’interno della stantia scena del cantautorato italiano, magari prendendo anche un po’ per i fondelli il potentissimo Avvocato. Qualcuno si ricorda di averlo visto a Sanremo, amena località ligure, nel ’66, in compagnia di Jeff Beck ed il suo gruppetto di allora. Che facevano tutti insieme? Ad esser onesti e dire il vero, si dice che recentemente era tornato sul luogo del delitto e ad onor sempre di quel vero di prima, forse era l’unico in grado di competere con certi stranieri invitati in non so quale serata dedicata ai duetti, per non ho capito quale occasione. Era per l’appunto l’occasione di fermarlo e invece lo si è lasciato fuggire. Adesso già qualcuno lo immagina sfrecciare a bordo di qualche bolide, così velocemente che gli uccelli nell’aria perdono l’ali quando passa, insieme a quel suo amico pilota. In fondo tra bassi di statura, al di sotto del normale, ci si capisce.

Dalla descrizione risulterebbe anche un simpaticone, dotato di una sferzante ironia, talvolta lievemente (leggi “poeticamente”) surreale come una sesta luna, quella di un povero disgraziato che con le mani sporche di carbone toccava il culo a una signora e rideva e toccava, sembrava lui il padrone. Il tizio disgraziato è stato colto in flagrante, con le mani nel sacco, come si suol dire. Dal verbale della polizia risulta che abbia così dichiarato:

“Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di faggiani, caccia via queste mosche, che non mi fanno dormire, che mi fanno arrabbiare.”

Il momento, in questura, è stato a dir poco calviniano.

In particolare è stata fermata anche una signora, sua conoscente. Pare che fosse in lacrime, ferma ad ascoltare in mezzo alla strada, per fortuna spostata in extremis da un colpo di vento.

Gli inquirenti hanno anche interrogato una sua presunta ex con la passione per il mambo. Una carriera stroncata per lei, a causa di una deformazione al muscolo cardiaco, tale da renderlo a forma di imbuto. Ma ella ha negato fortemente di intrattenere ancora relazioni con il tizio, da tempo se ne è andata sbattendo la porta, mentre lui aveva in mezzo la mano. I motivi dei dissidi sentimentali sembrano risalire alle gelosie piuttosto fondate del compagno, che giurava di averla vista bere ad una certa fontana.

Un suo collega, tale F. De Gregori, ha risposto in maniera evasiva alle domande degli inquirenti, ponendo dei dubbi esistenziali sul futuro dell’umanità e sul cosa sarà. In realtà la domanda era riferita più al presente ed al passato, che non alle aspettative future, ciò è riscontrabile dalla lettura dei verbali questurini: Cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re, che ti porta a cercare il giusto, dove giustizia non c’è. Cosa sarà?”.

Troppo vago anche per un incriminazione da rubricare sotto il capo d’accusa di “incitamento alla sedizione”.

Ora ci si chiede, chi è veramente Lucio Dalla? Un arrangiatore raffinato, un esploratore di nuovi ambienti musicali? Un paroliere goliardico e letterario allo stesso tempo? Un grazioso tappetto peloso e maleodorante per la copiosa sudorazione? Un grande figlio di….?

E soprattutto, ora dov’è? Questa domanda risuona per tutto Corso Buenos Aires.

Un vecchio cieco ha chiosato così, rivolgendosi ad una simpatica intervistatrice: la vita è sempre un lungo lungo ritorno, adesso sta andando a Washington, ma prima o poi tornerà. Come dicevano gli anulari, anche lui tornerà, ad insegnare in Atene, insieme a Platone.


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