La scrittrice e artista finlandese Rosa Liksom è stata definita da Pekka Pesonen, noto professore di letteratura russa, «una vera conoscitrice della Russia» e con il suo ultimo romanzo, recentemente pubblicato in Italia da Iperborea con il titolo Scompartimento N.6 (traduzione di Delfina Sessa), ha vinto il prestigioso Premio Finlandia e ha consolidato questa sua caratteristica, raccontare il mondo russo che oramai fa parte della sua vita prima che della sua opera: dopo gli studi di antropologia, l’autrice si era infatti trasferita in Russia per dedicarsi alle Scienze Sociali presso l’università di Mosca. Nel 1986 ha realizzato un viaggio in Transiberiana, da Mosca a Ulan Bator in Mongolia, un’esperienza che ripropone nel suo ultimo lavoro Scompartimento N.6 in cui i due protagonisti sono costretti a condividere per diversi giorni l’angusto spazio di uno scompartimento;
una ragazza finlandese arrivata in Russia per motivi di studio e legata affettivamente a Mosca e un russo rude, misogino, antisemita legato alla sua Patria, l’impero sovietico, che si sta lentamente sgretolando. Non potrebbero essere più diversi: lei silenziosa, medita sul suo passato, lui rude e con un linguaggio davvero poco delicato, le racconta vari episodi della sua vita; simbolicamente il contrasto è evidente quando lei pensa alla sua Mosca e alle citazioni di Bulgakov lette su una parete ed in quel momento lui utilizza una vecchia Literaturnaja gazeta, giornale letterario che il protagonista acquisterà ancora durante il viaggio, per avvolgervi la biancheria sporca.







