Quasi tutti siamo convinti che per sconfiggere la solitudine sia necessario stare insieme agli altri, avere una relazione di coppia (cosa fondamentale!), avere molti amici, uscire, stare in mezzo alla gente. Quasi nessuno pensa che la solitudine, come problema emotivo, sia in realtà la paradossale conseguenza del nostro contino cercare all’esterno le cose di cui crediamo di avere bisogno.
Per sconfiggere la solitudine molti ricorrono all’uso di alcool, o di droghe, altri passano ore davanti a videogiochi e televisione. Molti ricercano il contatto con gli altri, con la convinzione che si sentiranno meno solo se sono circondati da altre persone. Altri si tuffano in una relazione, o entrano ed escono da relazioni più o meno sentimentali, se non esclusivamente sessuali, o quasi. Ma per sconfiggere la solitudine dobbiamo prima comprenderla.
Essere soli non vuol dire essere isolati. Noi abbiamo paura dell’isolamento, dell’allontanamento che gli altri ci possono imporre, di essere esclusi. Confondiamo la solitudine, cioè lo stare da soli, con l’esclusione impostaci dagli altri, e quindi cerchiamo di scappare da questa presunta prigione. La prima cosa da comprendere è che la solitudine è positiva, anzi, fondamentale per la nostra vita. Se non siamo capaci di vivere bene da soli, senza avere bisogno di qualcuno sempre con noi, non potremo mai stare bene neppure con gli altri.
Inoltre è importante comprendere che se vogliamo essere felici non è l’amore degli altri che ci serve (e che spesso ci spinge ad elemosinarne la compagnia), ma imparare ad amare attivamente per primi. Amare deve essere il nostro modo di vivere, il modo in cui osserviamo il mondo, il modo in cui interagiamo con chiunque, compresi noi stessi. Se amo realmente, non posso che amare anche me stesso. Ma posso dire di amare una persona con cui non riesco a stare da solo?Di solito vogliamo passare del tempo con le persone che diciamo di amare, vogliamo dedicare loro attenzioni, condividere esperienza, conoscerle meglio. Eppure, paradossalmente, siamo incapaci, spesso, di amare noi stessi, l’unica persona che è stata e sempre sarà presente nella nostra vita. Non amiamo davvero se non amiamo noi stessi, e aver paura della solitudine significa aver paura di scoprire chi siamo, di restare soli con noi stessi. Una persona che non riesce a stare bene da sola, con se stessa, non ha imparato ad amarsi e, quindi, non ha imparato ad amare neppure gli altri, al massimo potrà assecondarli per avere la compagnia che crede indispensabile.
Possiamo sconfiggere la solitudine solo aprendo gli occhi, imparando che essa è uno spazio fondamentale per crescere, per migliorarci, per imparare ad amare. Abbiamo paura della solitudine nella misura in cui non amiamo e pretendiamo che siano gli altri a farci stare bene. Abbiamo paura della solitudine perché crediamo che la nostra felicità dipenda dalla presenza di altri. Abbiamo paura della solitudine perché non guardiamo la realtà e non ci rendiamo conto, quindi, che la nostra felicità non dipende mai, in nessuna misura, dagli altri.
L’indipendenza emotiva è un aspetto fondamentale per sconfiggere la solitudine, per liberarci dalla dipendenza dagli altri che ci nega la possibilità di amare autenticamente ed essere felici. Mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù è il modo migliore e più efficace per sconfiggere la solitudine.
Articolo tratto da www.giacomopapasidero.it