Il prezzo della benzina da cosa dipende?
L’Italia è il quarto Paese al mondo per il costo della benzina. Secondo la classifica di Bloomberg, la Norvegia è la nazione in cui la benzina costa di più: prezzo alla pompa di 2,2 euro al litro. La classifica, però, cambia se si considera il reddito medio. In questo caso, il primo posto spetta all’India e la ricca Norvegia slitta in cinquantaduesima posizione, l’Italia al trentaquattresimo posto. Nel Belpaese a pesare sul prezzo dei carburanti sono, per oltre il 50 per cento, tasse e balzelli. Proprio in questi giorni il prezzo della verde ai distributori della rete ordinaria ha sfondato la soglia psicologica dei 2 euro al litro. Un record al rialzo che, guarda a caso, casca proprio in concomitanza con il rientro degli italiani dalle ferie.
A pesare sul prezzo sono, soprattutto, le accise. Sono imposte che gravano sulla quantità dei beni prodotti, a differenza dell’Iva che incide sul valore. L’ultimo ritocchino, ovviamente al rialzo, delle accise è arrivato con la manovra Salva Italia di Monti (0,082 euro al litro). Ma gli innumerevoli balzelli che appesantiscono l’oro nero risalgono, addirittura, al 1935: 0,001 euro per la guerra in Abissinia. Oppure 0,007 euro per la crisi di Suez del ’56; 0,051 euro per il terremoto in Friuli del 1976 e via discorrendo, passando per la missione in Bosnia del 1996 (+0,011 euro al litro) o per il nuovo contratto degli auto-ferrotranvieri del 2004 (0,020 euro di aumento). Ma non finisce qui. Oltre a questo, ci sono anche le gabelle regionali. Il totale delle accise dà 0,7042 euro che si intasca il fisco. A questi si possono aggiungere anche le accise delle singole regioni, arrivando così al totale, medio, di 0,7070 per la benzina e 0,5820 euro di accise sul gasolio. Ma non bisogna dimenticarci l’Iva. L’imposta sul valore aggiunto. Adesso è al 21%, ma l’anno prossimo potrebbe tranquillamente essere amentata al 23%; il rincaro successivo è in previsione per il primo gennaio 2014, quando la pressione potrebbe arrivare al 23,5%.