Scontri culturali. Lavaggio piatti all’italiana.

Creato il 14 ottobre 2012 da Acrossthechannel

Quello del lavaggio piatti è uno dei tanti scontri culturali (nonché uno dei più ostici da capire)  notati non appena cominciai a frequentare più da vicino gli indigeni dell’isola britannica. Era sulla mia lista delle cose da scrivere, ma circa un’ora fa è successa una cosa inaspettata e mi son detto “Il mondo deve sapere. Adesso!”

Da noi lavare i piatti significa:

- Riempire il lavello d’acqua e sapone (in caso si disponga di lavandino con mono lavello, verrà utilizzata la pentola usata per la cottura della pasta)
- Insaponare pezzo per pezzo e riporli nell’altro lavello (o nell’unico lavello in caso di lavandino singolo)
- Sciacquare le stoviglie precedentemente insaponati
- Riporle nello scola piatti

Oltre Manica la cosa va più o meno così:
- Riempire il lavello d’acqua insaponata (il 90% dei lavandini inglesi è dotato di mono lavello)
- Insaponare le stoviglie
- Riporli sullo scola piatti (il che consisterà di un apposito suppellettile posto di fianco al lavabo. Non hanno scola piatti da parete come da noi).

Come vedete, c’è un passaggio fondamentale che manca: il sapone rimane lì, non viene sciacquato via.

Inizialmente pensavo fosse solo un altro degli angoli oscuri della mente malata del Fenomeno con il quale ho avuto la malaugurata sorte di vivere per 9 mesi. Poi una sera (dopo aver lasciato casa del Fenomeno ed essermi trasferito con due amici), uno dei due stava lavando i piatti e rividi la stessa cosa succedere: i piatti, dopo essere stati insaponati, venivano riposti sullo scola piatti. C’era ancora lo stesso passaggio mancante. Con le mie doti diplomatiche e anche un po’ provocatorie, azzardai la domanda “Vuoi che sciacqui i piatti?”. E la risposta “No, lasciali lì, il sapone andrà via da solo” dissipò tutti i miei dubbi.

Qualche tempo dopo mi ritrovai ad affrontare l’argomento con degli amici italiani residenti a Londra come me, e tutti ci ritrovavamo persi nello stesso incubo di vivere in un Paese dove il sapone non veniva lavato via dalle stoviglie, ma veniva lasciato rapprendere lì, come il sangue su un corpo morto in una qualsiasi zona di guerra del medio oriente.

La vera conferma alla malsana usanza britannica arrivò quando una sera, mentre guardavo la TV indigena, durante la pubblicità del Fairy (famoso sapone per i piatti come il nostro Svelto), vidi l’immancabile allegra casalinga delle pubblicità fare esattamente quello che avevo visto fare dal Fenomeno e dai miei coinquilini: piatto sporco, giù nell’acqua insaponata, passata di spugnetta e via sullo scolapiatti. Sapone che cola lungo la stoviglia.

Il maledetto passaggio dello sciacquo mancava ancora!

Circa un’ora fa, dopo aver cucinato un delizioso sughetto, stavo lavando le stoviglie. William si avvicina, fa per prendere uno dei piatti che io stavo accatastando di fianco a lavello, pronti per il successivo risciacquo, e fa per porlo sullo scolapiatti.
“Scusa, che fai?”, chiedo io.
“Ti aiuto”
“Quelli li devo sciacquare dal sapone”, rispondo io, enfatizzando al meglio l’uso di ‘sciacquare’ e ‘sapone’, essendo quello un argomento già affrontato con William. In tutta risposta lui si limita a girare gli occhi al cielo e ad andarsene. Questa dello girare gli occhi è un’altra cosa che merita un articolo sugli usi e costumi locali, sospetto che la insegnino nelle scuole.

Insomma, nonostante io abbia visto il metodo di lavaggio messo in atto da ben tre britannici puri, ancora mi ostinavo a non voler credere ai miei occhi. Ma poi l’ho visto fare in TV, capite? E se lo dice la pubblicità, deve per forza essere vero.


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