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Scontro di civiltà nell’impero mongolo

Creato il 12 novembre 2013 da Pietro Acquistapace

Scontro di civiltà nell’impero mongolo

Scritto per Soyombo

Gengis Khan morì nel 1227 e con la sua morte iniziò ad andare in crisi la stabilità dell’impero mongolo, quella che venne poi chiamata Pax Mongolica, prendendo a modello la più antica Pax Romana. L’impero era governato da rigide leggi, e le repressioni erano brutali, ma questo aveva anche risovolti positivi. Infatti i 26 milioni di chilometri quadrati governati dai sovrani mongoli erano di fatto sicuri per mercanti e viaggiatori, al punto che si ebbe un notevole sviluppo dei traffici tra oriente ed occidente lungo la Via della Seta, che proprio i mongoli avevano riaperto e rimesso in sicurezza. Un impero quindi vastissimo, ricco di profonde differenze nelle sue varie parti e che solo un sovrano dalla forte personalità poteva tenere unito.

Il successore di Gengis Khan, Ogodei, tenne ancora il potere con mano salda ma alla morte di questi, nel 1241, lo sfaldamento dell’unità imperiale iniziò. Il breve regno di Guyuk fu incerto ed una reggenza durata cinque anni contribuì ad indebolire la struttura imperiale. Tuttavia l’impero rimase unito grazie a Möngke Khan, salito al potere nel 1251 e conquistatore dell’Iran e della Siria; ma Möngke fu l’ultimo sovrano a regnare su di un impero stabile, le cose cambiarono velocemente alla sua morte, nel 1259, quando emerse il problema dell’elezione del successore.

Scoppiò infatti una guerra tra due fratelli di Möngke, Kublai  e Ariq Böke, che nel 1260 indissero ognuno un Kuriltay che li eleggesse Gran Khan. Lo scontro tra i due era lo scontro di due visioni diametralmente opposte: mentre Ariq Böke era sostenuto dai capi mongoli più conservatori fedeli alla propria tradizione nomade, Kublai rappresentava un concetto imperiale più innovatore, dove il potere mongolo avrebbe dovuto vivere in simbiosi con le civiltà sedentarie conquistate. L’impero mongolo era di fronte al problema di definire la sua stessa essenza, ora che davvero sembrava avviato alla conquista del mondo.

Militarmente Kublai poteva contare sul suo esercito impegnato nella conquista della Cina dei Sung, e del sostegno di un altro fratello, Hulagu, fondatore dell’ Ilkhanato di Persia; mentre Ariq Böke aveva come alleato Berke, khan dell’Orda d’Oro  e acerrimo nemico di Hulagu. Si ebbe quindi un intrecciarsi di rivalità ma quello che qui va sottolineato è come quella tra Hulagu e Berke assumesse un carattere nuovo: non era infatti la prima volta che due armate mongole si combattevano apertamente ma era la prima volta che tra le cause scatenanti vi era la religione.

Berke fu il primo khan mongolo a convertirsi all’Islam introducendolo nel suo ulus, Hulagu invece, figlio di una nestoriana, si ergeva a protettore dei cristiani. Berke quindi non vedeva di buon occhio l’incessante conquista di territori musulmani da parte di Hulagu, ma l’evento scatenante fu la presa – ed il sacco – di Baghdad, avvenuto nel 1258. Nonostante gli ammonimenti di Möngke la città fu trattata da Hulagu con durezza ed anche chi si arrese non fu risparmiato, provocando le ire di Berke. La guerra tra i due khan scoppiò di lì a breve e si svolse tra i monti del Caucaso, con Berke alleato ai Mamelucchi egiziani. Nel 1264 Hulagu subì una cocente sconfitta nell’odierno Azerbaigian, e sempre  nel 1264 Kublai trionfò su Ariq Böke.

Per l’Impero mongolo iniziava l’ultimo vero periodo di regno unitario prima della definitiva frammentazione. La vittoria di Kublai segnava anche il trasferimento della capitale dell’impero da Karakourum a Pechino e la nascita della dinastia degli Yuan, che si sarebbe presto sinizzata. L’assorbimento dei mongoli da parte dei popoli conquistati fu il destino anche dell’Orda d’Oro e dell’Ilkhanato di Persia. Nel 1266 morirono sia Berke che Hulagu che, pur combattendosi, erano rimasti fedeli a Kublai, partecipando congiuntamente alla conquista della Cina dei Sung, ma la morte di Kublai, nel 1294, significò la disgregazione dell’impero in una federazione di stati dagli interessi divergenti e spesso contrapposti, ormai nemmeno una forte personalità poteva più mantenere l’unità imperiale.

Fonte immagine: Wikicommon


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