Una macabra scoperta è avvenuta nella mattinata a Mandera, una cittadina del nord del Kenya.
Sono stati ritrovati corpi senza vita e mutilati di una trentina di persone, in una fossa comune, situata poco fuori dal centro abitato.
Fossa scavata scavata decisamente in maniera molto approssimativa.
Probabilmente coloro che hanno scavato avevano molta fretta e non volevano essere affatto scoperti.
Lo spettacolo del rinvenimento dei cadaveri è stato raccapricciante a detta di chi era presente sul luogo.
Tra i corpi c'era anche quello di una donna,una madre di famiglia, scomparsa giorni fa e ridotta molto male dal suo assassino.
Gli scomparsi, oggi ritrovati cadavere, erano stati arrestati quasi tutti sempre nei giorni passati , secondo le informazioni di fonti attendibili quali sono le organizzazioni in difesa dei diritti umani operanti in loco,con una molteplicità di pretesti ma legati in prevalenza ad accuse non dimostrabili di terrorismo.
E gli arresti erano ovviamente opera della polizia locale.
Gli arrestati erano persone di origine somala come lo è la maggior parte della popolazione di Mandera e della vicina Wajir, che sono città confinanti con la Somalia.
La conferma che sia stata e sia la polizia del Kenya ad agire così viene per di più dal ritrovamento di bossoli intorno alle fosse, e in entrambi i casi, cioè a Mandera e aWajir,appartenenti ad armi in dotazione appunto alla polizia locale
Infatti, nel maggio scorso, un'analoga fossa comune , contenente cadaveri, era stata scoperta,sempre casualmente, proprio per l'approssimazione con cui era stata scavata, e proprio a Wajir.
Le autorità del Kenya hanno l'obbligo civile e morale, dopo queste scoperte a ripetizione, di non nicchiare e di aprire un'inchiesta e accertare motivazioni dell'accaduto oltre che individuare i responsabili,cui infliggere di conseguenza la giusta e meritata pena.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)