La Terra? Potrebbe essere molto più giovane di quanto previsto finora. Stando, infatti, alle conclusioni di un team di studiosi inglese, il nostro pianeta avrebbe raggiunto le dimensioni attuali 4.467 miliardi di anni fa: in precedenza si riteneva la Terra fosse più vecchia di circa 100 milioni di anni. Per arrivare a questi risultati gli scienziati hanno valutato le caratteristiche chimiche del mantello terrestre e quelle delle meteoriti. Gli studiosi ritengono che il pianeta abbia assunto la sua forma attuale - tramite processi geologici complessi - in 100 milioni di anni, mentre prima si era convinti che questo "accrescimento" non fosse durato più di 30 milioni di anni. Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Geoscience è frutto del lavoro di John Rudge, dell'Università inglese di Cambridge (per contatti: [email protected]). Il ricercatore sostiene che la Terra non si è formata "di colpo" tramite un processo continuo e progressivo, ma attraverso fasi varie più o meno spedite: "Gli scienziati hanno fino a oggi considerato l'accrescimento terrestre di tipo esponenziale", dice Rudge, "in realtà esso deriva da continui 'stop and start'". La nuova teoria risulta verosimile in quanto l'accrescimento terrestre è dipeso da una serie di collisioni con altri corpi celesti e dall'accumulo progressivo di detriti. "La Terra non si formò tutta in una sola volta", si legge su Newton, "ma andò aumentando sempre più le proprie dimensioni fino a raggiungere quelle attuali. Questa crescita non fu spontanea, ma si dovette agli impatti e alle fusioni di molti piccoli pianeti, residui della nebulosa primordiale che aveva originato il sistema solare". Il definitivo stop è, dunque, giunto con l'acquisizione dell'equilibrio chimico tra gli elementi del nucleo metallico e quelli del mantello di silicato. In particolare l'evento clou fu quello che generò anche la Luna, dall'impatto con un corpo celeste riconducibile a un protopianeta. Secondo gli studiosi ci sarebbe, pertanto, stata un'iniziale crescita omogenea per circa 30 milioni di anni, seguita da una fase di silenzio di circa 40 milioni di anni, prima della risoluzione definitiva del processo di sviluppo geologico, durata altri 30 milioni di anni: in realtà c'è chi pensa che la Terra possa aver raggiunto il 70% delle sue dimensioni attuali in soli 10 milioni di anni. "Se i nostri calcoli sono corretti, possiamo così stimare che la Terra si sia formata in circa 100 milioni di anni", precisa Rudge. Dello stesso avviso Bernard Bourdon, professore dell'Istituto di Geochimica e Petrologia presso l'ETHG di Zurigo secondo il quale "100 milioni di anni sarebbe il tempo più coerente per la formazione della Luna e della Terra". Da oggi quindi - se qualcuno dovesse chiederci quanti anni ha il nostro pianeta - dovremmo rispondere 4.467 miliardi di anni e non più 4.537 miliardi di anni.
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La Terra? Potrebbe essere molto più giovane di quanto previsto finora. Stando, infatti, alle conclusioni di un team di studiosi inglese, il nostro pianeta avrebbe raggiunto le dimensioni attuali 4.467 miliardi di anni fa: in precedenza si riteneva la Terra fosse più vecchia di circa 100 milioni di anni. Per arrivare a questi risultati gli scienziati hanno valutato le caratteristiche chimiche del mantello terrestre e quelle delle meteoriti. Gli studiosi ritengono che il pianeta abbia assunto la sua forma attuale - tramite processi geologici complessi - in 100 milioni di anni, mentre prima si era convinti che questo "accrescimento" non fosse durato più di 30 milioni di anni. Lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Geoscience è frutto del lavoro di John Rudge, dell'Università inglese di Cambridge (per contatti: [email protected]). Il ricercatore sostiene che la Terra non si è formata "di colpo" tramite un processo continuo e progressivo, ma attraverso fasi varie più o meno spedite: "Gli scienziati hanno fino a oggi considerato l'accrescimento terrestre di tipo esponenziale", dice Rudge, "in realtà esso deriva da continui 'stop and start'". La nuova teoria risulta verosimile in quanto l'accrescimento terrestre è dipeso da una serie di collisioni con altri corpi celesti e dall'accumulo progressivo di detriti. "La Terra non si formò tutta in una sola volta", si legge su Newton, "ma andò aumentando sempre più le proprie dimensioni fino a raggiungere quelle attuali. Questa crescita non fu spontanea, ma si dovette agli impatti e alle fusioni di molti piccoli pianeti, residui della nebulosa primordiale che aveva originato il sistema solare". Il definitivo stop è, dunque, giunto con l'acquisizione dell'equilibrio chimico tra gli elementi del nucleo metallico e quelli del mantello di silicato. In particolare l'evento clou fu quello che generò anche la Luna, dall'impatto con un corpo celeste riconducibile a un protopianeta. Secondo gli studiosi ci sarebbe, pertanto, stata un'iniziale crescita omogenea per circa 30 milioni di anni, seguita da una fase di silenzio di circa 40 milioni di anni, prima della risoluzione definitiva del processo di sviluppo geologico, durata altri 30 milioni di anni: in realtà c'è chi pensa che la Terra possa aver raggiunto il 70% delle sue dimensioni attuali in soli 10 milioni di anni. "Se i nostri calcoli sono corretti, possiamo così stimare che la Terra si sia formata in circa 100 milioni di anni", precisa Rudge. Dello stesso avviso Bernard Bourdon, professore dell'Istituto di Geochimica e Petrologia presso l'ETHG di Zurigo secondo il quale "100 milioni di anni sarebbe il tempo più coerente per la formazione della Luna e della Terra". Da oggi quindi - se qualcuno dovesse chiederci quanti anni ha il nostro pianeta - dovremmo rispondere 4.467 miliardi di anni e non più 4.537 miliardi di anni.
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Il 27 novembre 2025 da Nicolasit
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