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Scoperta relazione inquinamento e tumori

Da Enrico74
Cause del tumore al polmone ricerca europeaTumore al polmone cause rilevate
Da anni ci abituano a pensare che l'inquinamento non abbia attinenza con le statistiche inerenti i tumori polmonari invece una nuova ricerca ha trovato il tratto di giunzione tra i tumori al polmone e l'aria inquinata.

Tumore al polmone cause

A parte l'uso di sigarette e altre sostanze che possano introdurre nei nostri polmoni tossine in grado di generare col tempo tumori, anche l'inquinamento, al contrario di quanto affermano le più alte cariche mediche, possiede una pesante colpa a riguardo. Da un recente studio, effettuato e protratto per anni, si è venuto a verificare ciò che alcuni importanti rappresentanti scienziati continuano a negare da anni: che l'inquinamento dell'aria possa far scaturire i tumori ai polmoni.
Al contrario di quanto affermato qualche anno fa anche dal Professor Veronesi, un noto medico venduto alle lobby che nega l'evidente ma spinge l'inaccettabile, come asserire che sia più pericoloso mangiare basilico o pomodoro per le loro tossine (naturali che il corpo ha appreso a metabolizzare eliminandole dal ciclo organico quindi non hanno nessun effetto) che essi possiedono piuttosto che eventuali pericoli derivati dalle micro polveri o polveri sottili che inquinano l'atmosfera odierna di molte città, grandi e piccole. 
A giudicare dallo studio Europeo, l'Italia sarebbe il Paese più inquinato dalle polveri sottili, rispetto ai nove paesi studiati dalla ricerca di cui riporto le informazioni reperite. Sulla rivista Lancet Oncology è stata pubblicata una ricerca svolta su più di 300.000 persone che risiedono in nove paesi europei, facendo emergere che più alta è la concentrazione di inquinanti presenti nell'aria, maggiore è la possibilità di contrarre tumori ai polmoni. 
A questo studio hanno partecipato ben trentasei centri in tutta Europa, con oltre cinquanta studiosi: anche l'Istituto di ricerca contro i Tumori di Milano ha partecipato allo studio, guidato da Vittorio Krogh, che è anche il responsabile della Struttura di Epidemiologia e Prevenzione. 
Questo è il primo studio che possieda tutti i criteri per non poter essere smentita, anche se molti diranno che si sapeva già, peccato che quanto ascoltato in varie trasmissioni televisive oltre che ricerche "guidate e sovvenzionate" da lobby interessate al fatto che la verità venisse fuori con una certa autorevolezza, avessero asserito l'esatto contrario come attestato anche dal professor Veronesi, ritenuto una delle più alte cariche (anche per credibilità... se solo la gente prima di credere si informasse) in merito alla lotta contro i tumori.
Si tratta del primo lavoro sulla relazione tra inquinamento atmosferico e tumori al polmone che interessa un numero così elevato di persone, con un'area geografica di tale estensione e un rigoroso metodo per la misurazione dell'inquinamento. Lo studio pubblicato su Lancet Oncology fa parte del progetto europeo ESCAPE -- per scaricare la ricerca dovete registrarvi -- (European Study of Cohortes for Air Pollution Effects), che si propone l'obiettivo di studiare gli effetti a lungo termine dell'inquinamento atmosferico in Europa sulla salute dei cittadini. Il lavoro ha interessato 312.944 persone, di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne provenienti dai seguenti paesi europei: Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia.
La ricerca è partita negli anni '90 e proseguita per ben 13 anni, registrando gli spostamenti di tutti i partecipanti quindi non ha lasciato nulla al caso: di queste persone poco più di 2.000 persone hanno contratto un tumore al polmone, casi di cui la ricerca ha analizzato le zone di esposizione dei soggetti, trovando particolari presenze inerenti il particolato PM 10 e PM 2,5, tutte emissioni scaturite dalla combustione dei motori a scoppio, di impianti di riscaldamento, dalle attività industriali e così via.
Questo studio ha dato la prova che, con l'aumentare di 10 microgrammi di PM 10 ogni metro cubo, si abbia un aumento di rischio di contrarre un tumore al polmone del 22%, che cresce al 51% in caso di adenocarcinoma, un particolare tumore polmonare, che si sviluppa nel polmone nelle persone non fumatrici, fattore che evita di dare la colpa dell'affezione a questa cattiva abitudine. 
Le attuali normative della Comunità europea in vigore dal 2010 stabiliscono che il particolato presente nell'aria deve mantenersi al di sotto dei 40 microgrammi per metro cubo per i PM 10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i PM 2.5. Questo studio, tuttavia, dimostra che anche rimanendo al di sotto di questi limiti, non si esclude del tutto il rischio di tumore al polmone, essendo l'effetto presente anche al di sotto di tali valori.
Dalla misurazione delle polveri sottili, l'Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati, infatti, a Torino e Roma sono stati rilevati in media rispettivamente 46 e 36 microgrammi al metro cubo di inquinanti PM 10, in confronto a una media europea decisamente più bassa (ad esempio a Oxford 16, a Copenaghen, 17). Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi (fonte: www.tumori.net ). Da solo rappresenta circa il 20% di tutte le morti per tumore nel nostro Paese.
Quando donate soldi a onlus che promettono ricerche contro malattie particolari (che da anni non riescono a sconfiggere nonostante i successi acclamati nelle varie trasmissioni televisive, solo per cercare di aumentare le proprie entrate di denaro) pensateci bene prima di spendere inutilmente soldi che potrebbero aiutarvi nella vita di tutti i giorni.
Fonte: http://www.molecularlab.it/openlink.asp?to=http://dx.doi.org/10.1016/S1470-2045(13)70302-4

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