Un recente studio su una statua di Buddha cinese effettuato in Olanda ha rivelato una scoperta sorprendente - la statua contiene i resti mummificati di un monaco buddista.
lo studio è stato svolto presso il Medical Centre Meandro sotto la supervisione di Erik Bruijin, esperto di arte e di cultura buddista presso il Museo del Mondo di Rotterdame assieme al suo team formato da Reinoud Vermeijeden medico gastrointestinale e Ben Heggelman, un radiologo, che ha effettuato una TAC alla statua. I risultati hanno confermato che la statua contiene i resti di un monaco che morì intorno al 1100 dC, inoltre la TAC ha rivelato che le cavità toracica e addominale della mummia erano ripieni con un materiale non ancora identificato, dovesono stati identificati anche pezzi di carta contenente antichi caratteri cinesi.
I ricercatori suggeriscono che tale processo riflettere un chiaro esempio di auto-mummificazione consapevole e voluta, dove i monaci hanno intrapreso anni e anni di estenuanti rituali a mummificare se stessi fino alla morte. Centinaia di monaci buddisti hanno provato su se stessi il dolorosissimo processo dell'auto mummificazione, ma solo in pochi riuscivano nel proprio intento. L' automummificazione era diffusa anche in Giappone, fino a quando non è stata vietato nel 19 ° secolo.
La procedura adottata più comunemente è formata da tre cicli di 1000 giorni l'uno, alla fine dei quali giunge la morte e la possibile incorruttibilità del corpo. Nella prima fase il monaco si nutre di piccole quantità di soba (grano saraceno), pasta e noci, nocciole, noce moscata raccolte dalla foresta circostante. Questo serve per ridurre la quantità di grasso presente nel corpo e, quindi, ridurre la quantità di materia che prima si decompone in un corpo morto. Nella seconda fase, sempre di 1000 giorni, il monaco mangia solo corteccia e radici di pino, in modo da diminuire la quantità di acqua presente nel corpo. Verso la fine dei secondi 1000 giorni, il monaco inizia a bere un te con all'interno succo di Urushi o alberi Varnish. Questa bevanda, altamente tossica (anche il solo respirarla può provocare rush cutanei), provoca vomito, sudore e frequente minzione. All'inizio della terza fase, il monaco si trova, quindi, altamente disidratato e intossicato. Questo permette la possibile eliminazione di microrganismi che possano corrompere il corpo e accellera la morte. A questo punto, il monaco passa alla terza fase
La mummia è attualmente in mostra presso il Museo di Storia Naturale di Budapest, Ungheria.