Gli Stati Uniti hanno annunciato la scoperta divastissimi giacimenti di minerali in Afghanistan, di tale portata da poter alterare l'economia afgana e forse modificare il corso della guerra che imperversa da anni. Una cosa è certa: ora che la scoperta è stata fatta, difficilmente gli americani lasceranno il Paese.
Le miniere infatti, che contengono minerali come ferro, rame, cobalto e oro, sono anche fonte di metalli rari come il litio, essenziale per l'industria elettronica moderna. Attualmente gli Stati Uniti sono costretti a comprare elementi rari dalla Cina, che è fonte di quasi il 90% di queste minerali, e che fa il bello e il cattivo tempo sul mercato.
Ed è recentemente stata stabilita come priorità per l'industria statunitense la ricerca di giacimenti di elementi rari, in modo tale da slegarsi quasi completamente dalla dipendenza cinese.
Secondo un memorandum interno del Pentagono, l' Afghanistan è ora considerato "l'Arabia Saudita del litio". La miniera è stata scoperta proprio da un team del Pentagono, in collaborazione con alcuni geologi americani.
Sebbene possano volerci molti anni per sviluppare l'industria mineraria, il potenziale è talmente ampio da ritenere che i depositi possano attirare investimenti e capitali ben prima di poter generare profitti.
Sembra una speranza per il popolo afgano, che basa la propria economia sul traffico di narcotici e sulla produzione di oppio, ma riflettendo per un istante ci si rende conto che è molto più probabile che l'occasione di una vita sia capitata agli Stati Uniti che agli afgani.
Mano d'opera a basso costo per l'estrazione di litio: com'è ben noto, l'Afghanistan non eccelle di certo nella produzione di batterie per portatili e BlackBerry, cosa che invece gli Stati Uniti sono bravi a fare. L'Afghanistan corre quindi il rischio di diventare una succursale industriale americana.
Senza considerare che le nuove miniere potrebbero essere fonte non di rinnovamento della situazione sociale afgana, ma di altri conflitti. Il governo afgano è già uno dei più corrotti del mondo, ed il potenziale benessere derivante dai futuri profitti dell'estrazione mineraria potrebbe finire, come al solito, nelle mani di pochi eletti.
Oltre al fatto che i Talebani potrebbero difendere ancora più ferocemente i loro domini allo scopo di ottenere il controllo su queste preziosissime sorgenti minerali.
E spunta anche lo spauracchio cinese, che potrebbe cercare di appropriarsi della miniera, soprattutto alla ricerca di rame e di minerali rari. La Cina potrebbe fornire proprio ciò che manca all'Afghanistan: strumentazione per l'estrazione. Il Paese infatti manca totalmente di infrastrutture minerarie, il che richiederebbe decenni per iniziare a ricavare profitti dai depositi appena scoperti. "Questo Paese non ha una cultura mineraria" afferma Jack MEdlin, geologo americano coinvolto nelle prospezioni geologiche. "Hanno alcune piccole miniere artigianali, ma ora ci potrebbero essere miniere molto, molto grandi che richiederanno più che un setaccio".
Non si tratta infatti di una singola miniera di proporzioni ciclopiche: tutto il Paese sembra essere costellato di depositi di minerali. La scoperta è stata possibile grazie alla consultazione di vecchie mappe ritrovate nella libreria della Aghan Geological Survey di Kabul, e che mostrerebbero i maggiori depositi minerari del Paese. Nel 2004 vennero consultate, ed i geologi americani si accorsero che i dati, raccolti da geologi sovietici, mostravano enormi depositi di minerali. "C'erano mappe, ma lo sviluppo minerario non iniziò, per via di 30-35 anni di guerra" spiega Ahmad Hujabre, ingegnere afgano che lavorò per il Ministero delle Miniere negli anni '70.
Basandosi sulla mappe, i geologi americani hanno fatto prospezioni aeree sul 70% del territorio afgano con un Orion P-3 della Marina, ottenendo dati molto promettenti e tornando con un vecchio bombardiere britannico equipaggiato con una strumentazione in grado di ottenere profili tridimensionali dei depositi minerari sotterranei.
Citando i geologi, i risultati furono sorprendenti: i depositi di rame e ferro sono tali da poter rendere l'Afghanistan uno dei maggiori produttori a livello mondiale; si è poi trovato niobio, metallo raro particolarmente interessante per la costruzione di razzi, per l'industria nucleare, per condensatori e per la produzione di niovato di litio, un cristallo in grado di cambiare l'indice di rifrazione e sfruttato per la produzione di fibre ottiche ad altissima capacità.
Ci sono inoltre vastissimi depositi di oro nel Pashtun, ed enormi depositi di litio nella provincia di Ghanzi, tali da poter essere equiparati a quelli in Bolivia, il Paese con le riserve più ampie di litio del mondo.
Ma la notizia della scoperta di questi giacimenti è rimasta sotto silenzio per due anni, apparentemente ignorata (o forse volontariamente) fino alla creazione di un programma di business studiato dal Pentagono.
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