I resti di un palazzo del I secolo d.C. ritrovati a Gerusalemme
(Foto: Shimon Gibson/UNC Charlotte)
Fonti bizantine collocano, infatti, in questo luogo il palazzo di Caifa o di suo suocero Anna. Il complesso edilizio poteva avere fino a 20 camere e si sviluppava, probabilmente, su piani diversi. E' la posizione stessa della villa a suggerire che il suo proprietario fosse un membro eminente della classe sacerdotale ebraica. A condurre gli scavi sono stati l'archeologo Shimon Gibson e James Tabor, studioso di storia cristiana presso l'Università del North Carolina.
La vasca da bagno ritrovata nel palazzo
(Foto: Shimon Gibson/UNC Charlotte)
Tra le rovine del palazzo i ricercatori hanno anche ritrovato gusci di murex, molto apprezzati perché da essi si ricavava il colore blu, utilizzato come colorante dei capi di vestiario destinati ai religiosi. Gli archeologi hanno anche esplorato una cisterna situata di 10 metri di profondità, nella quale sono stati rinvenuti molti detriti, compreso un numero consistente di ossa di animali, frammenti di pentole e vasellame. Gibson pensa che gli ebrei abbiano utilizzato la cisterna come ultimo rifugio durante l'assedio romano di Gerusalemme del 70 d.C.. Durante quest'assedio Giuseppe Flavio afferma che furono ritrovati più di 2.000 corpi nelle cisterne di Gerusalemme ed in altri condotti idrici, la maggior parte dei quali appartenevano a persone morte di fame.
Resti del bagno rituale scoperto nel palazzo
(Foto: Shimon Gibson/UNC Charlotte)