Una delle anfore ritrovate nel mare di Varazze
L'antico relitto giaceva sepolto nelle acque profonde e sabbiose prospicienti la Liguria da 2000 anni. Tutti sapevano che era lì, perché da oltre 80 anni i locali pescatori non fanno altro che raccogliere frammenti di reperti romani che si impigliano nelle loro reti.I reperti che si sono rinvenuti nel mare di Genova hanno attratto subito l'interesse della comunità archeologica e del comandante della squadra subacquea del capoluogo ligure, tenente colonnello Francesco Schilardi. Il comandante ed i suoi uomini si sono immersi nelle acque di fronte Varazze con un sottomarino, un robot ed un'apparecchiatura per mappare il fondo marino.
Gli sforzi e l'impegno della squadra sono stati ripagati dalla scoperta di una nave romana di duemila anni fa, sepolta ad una profondità di 70-100 metri e rivestita di strati di fango che, una volta rimossi, potrebbero svelare molto sul modo di vivere nel I secolo d.C. nelle regioni dell'Impero. La nave scoperta era una grande imbarcazione da trasporto che si è stimato potesse portare fino a 200 anfore di argilla a bordo, anfore il cui contenuto si è straordinariamente conservato. Alcune di esse avevano ancora il tappo di pigne e pece.
L'imbarcazione risale all'epoca in cui il traffico tra Roma ed i paesi del Mediterraneo era estremamente vivace e quando il mar Ligure era un importante crocevia del traffico da e verso la Spagna. Il contenuto delle anfore promette rivelazioni sulla dieta della società dell'epoca.