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Quando si vive in un Paese per tanto tempo, non è facile riuscire a stupirsi ancora. Tutto ci sembra già visto, già vissuto, eppure…
In questi dodici lunghi anni ho viaggiato spesso alla scoperta delle mete più conosciute e quelle quasi non segnate sulle cartine del Portogallo, ma devo ammettere che per me, la zona del Centro del Portogallo è ancora una zona semisconosciuta.
Chi mi conosce e mi legge da un po’, sa che sono una persona sempre con la valigia pronta e quando la ESCAPE PORTUGAL ci invita a trascorrere un fine settimana con loro, alla scoperta della costa ovest portoghese, dopo 10 minuti ero già lì a preparare gli zaini ed i nostri inseparabili strumenti di viaggio.
Incontriamo Carla Branco, CEO della Escape Portugal e Mariana Baptista, sua collega, in un caffè di Lisbona. Dopo la “bica” di rito, entriamo in macchina, destinazione Caldas da Rainha, la città della ceramica per eccellenza.
Il tempo non è ameno e la pioggia ci accompagna per tutta la giornata, ma i colori del mercato della frutta e le magnifiche decorazioni dei palazzi della piazza del mercato fanno da contrasto al cielo plumbeo e ci donano subito il sorriso. Scopriamo al mercato che questa città è la maggior produttrice ortofrutticola del Paese.
La pioggia intensifica i profumi: la frutta più svariata, spezie, erbe aromatiche, fiori e frutta secca colorano i tavolacci. Anche il piccolo mercato del pesce ci incuriosisce, specie marine mai viste ed altre dalle dimensioni impressionanti si mostrano sui loro letti di ghiaccio.
Il caso vuole che capitiamo in città proprio il giorno dell’inaugurazione dell’Ufficio del Turismo alloggiato in un’antica caserma della polizia del XIX secolo. Presto aprirà anche un simpatico ristorante dall’arredamento recuperato e dal tocco artistico. Sicuramente torneremo per provarlo e raccontarvelo.
Conclusa la visita del centro città, ci dirigiamo verso il museo dell’antica fabbrica di ceramica Museu Raul da Bernarda di Alcobaça oramai chiusa dopo l’attentato alle torri gemelle, suo più grande cliente. Interessante scoprire al suo interno anche una serie di abiti decorati con i temi ricorrenti sulle ceramiche.
Conclusa la visita del piccolo museo, ci diriggiamo verso il centro storico di Alcobaça. Visitiamo la monumentale chiesa del monastero medievale, fondato dal primo re portoghese Alfonso I nel 1153. Primo monumento gotico del Paese, nel 1989 entra nella lista dell’UNESCO. Purtroppo, non riusciamo a visitare il complesso conventuale per mancanza di tempo, ma non temete, ritorneremo e vi proporremo un reportage come di consueto.
Lo stomaco comincia reclamare e decidiamo così di andare a pranzo al ristorante Paraiso Do Coto un famoso ristorante locale, dove mangiamo un ottimo baccalà al forno (molto simile alla ricetta del baccalà alla minhota) ed una cernia in salsa di gamberi. La cucina è casalinga, una sorta di trattoria elevata a ristorante. L’ambiente è gioviale, il servizio buono e pieno di famiglie della zona che pranzano in allegria. È bello poter condividere un pasto con i locali, gustando nuovi sapori.
Terminato il pranzo, proseguiamo verso il nostro hotel, il SANA Silver Coast situato di fronte il verdeggiante parco D. Carlos I. Il parco fu progettato nel 1889 dall’architetto Rodrigo Berquó e modificato nel 1948 da Francisco Caldeira Cabral. Al suo interno, non si può restare indifferenti dinanzi l’imponente edificio costruito per essere un ospedale termale. Le acque della città sono sempre state famose per i suoi principi benefici, sin dall’epoca della regina D. Leonor, moglie di D. João II. Fu la stessa regina ad ordinare la costruzione di un ospedale nel 1485, da qui il nome della città, “Caldas da Rainha”. All’interno del parco inoltre è possibile visitare il Museo dedicato a José Malhoa, padre del Naturalismo portoghese. Ora immaginate che all’improvviso vi compaia la regina e vi cominci a spiegare le proprietà terapeutiche delle acque? Non ci credete? Provate a prenotare il tour allora.
Dopo aver completato il check-in in hotel, di cui vi ho già parlato qui, e lasciati i bagagli in stanza, proseguiamo il nostro tour verso due cittadine per me sconosciute: São Martinho do Porto, località balneare molto frequentata dalle famiglie per le sue acque calme e poco profonde. A causa della pioggia non abbiamo potuto attraversare il tunnel pedonale che taglia la collina e ci porta al mare, ma abbiamo fatto due passi sul lungo mare e ci siamo ripromessi di ritornare per un pranzo marino. Proseguiamo in auto verso Cós, dove visitiamo il suo sconosciuto convento di Santa Maria de Cós, datato XVI secolo, fatto costruire dall’abate di Alcobaça e destinato alle vedove che volevano dedicare la propria vita alla chiesa. Il convento passa ad ospitare in seguito le monache dell’ordine cistercense. La pioggia è fitta ma dal finestrino dell’auto si riesce a capire che il paesaggio è un sogno bucolico che il sole avrebbe reso reale.
Arrivati, dinanzi a noi un edificio conventuale anonimo e decadente ci sovrasta. Ci guardiamo negli occhi quasi un po’ delusi. Intanto, dopo una serie di scambi di sguardi, arriva la responsabile dello spazio che ci apre la porticina di legno di un’entrata che sembra di servizio. L’odore di muffa assale le nostre narici ed il buio non ci consente di vedere nulla. Pochi secondi dopo, “e luce fu”, dinanzi a noi pareti di azulejos indescrivibili, della fine del XVII secolo.
Restiamo a bocca aperta. Curiosissimo poi l’altare raffigurante una coppia di angeli con seno e pancia, come se fossero due donne incinte. Riuscite a trovarli nella foto? Sono proprio al lato della sacra famiglia.
Altra peculiarità è il dipinto che raffigura i peccati, attribuito a Josefa di Óbidos. È proprio vero che non bisogna soffermarsi alle apparenze. Conclusa la visita della chiesa rientriamo in macchina per tornare a Caldas da Rainha dove ci attende una bella doccia calda ed un vino rosso che ci riscalderà perbenino dopo questa giornata tempestosa.
La nostra prima intensa giornata alla scoperta del centro de Portogallo con l’Escape Portugal è terminata. Trascorriamo piacevolmente la serata in hotel per recuperare le energie, domani si continua.
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