Buonasera a tutti voi carissimi amici e ben ritrovati, dopo tanto tempo, almeno per quanto mi riguarda. Anche stasera andremo alla scoperta di una nuova, promettente, artista della scrittura. Prima però di dare il nostro caloroso benvenuto all’artista di stasera permettete che ve la presenti in sintesi…
Sarà con noi stasera Monia Colianni. Monia è nata a Enna nell’agosto del 1980. Trasferitasi con la famiglia a Varese nel 1987 attualmente vive a Porto Ceresio, sempre in provincia di Varese.
Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico si laurea nel 2008 in Scienze dell’Educazione. Tra il 2010 e il 2011 frequenta la Scuola Manageriale di Comunicazione Strategica grazie alla quale entra in contatto con il mondo della comunicazione.
Nel 2011 inizia a frequentare dei corsi di scrittura presso un’associazione culturale varesina esercitandosi nella stesura di “corti narrativi”. Nello stesso anno riprende in mano, ultimandolo, un romanzo del quale aveva iniziato la stesura tempo prima.
Questo romanzo s’intitola “A proposito di Dafne”. A questo punto direi che è giunta l’ora di dare il nostro più caloroso benvenuto alla nostra graditissima ospite di stasera che ci parlerà del suo romanzo d’esordio “A proposito di Dafne” e dei suoi progetti futuri.
Diamo tutti il benvenuto a Monia Colianni!
Buonasera e benvenuta tra noi. Vuoi raccontarci, in sintesi, di cosa parla “A proposito di Dafne”?
È la storia Dafne, una giovane pittrice milanese, eccentrica nell’aspetto e nel modo di pensare, quanto riservata e chiusa nelle relazioni sociali, che conosce e si innamora di Roberto Chellini, che lei chiamerà Bob, docente e consulente in ambito pubblicitario. Bob appare da subito come l’uomo impossibile da conquistare veramente. Quella che all’inizio sembra solo una passione irrefrenabile, sfocia in un amore che trasporta entrambi in un sogno invidiabile. Ma, con la convivenza, ciò che all’inizio sembravano difficoltà dovute alla loro differenza di età e di vissuto, pian piano diventano un incubo. Dafne subisce le prevaricazioni e le violenze di Bob, che col tempo, diventano fuori controllo, fino alla completa sopraffazione. Solo la scoperta di segreti inaccettabili, porterà Dafne ad andarsene. Ma la ragazza, tornata a un’apparente normalità, scoprirà che quando si tratta del suo Bob, nulla è mai come sembra. Fino alla fine.
Passiamo ora a parlare delle tematiche trattate in “A proposito di Dafne”. Come lo possiamo classificare?
Possiamo classificare “A proposito di Dafne” romanzo sentimentale, anche se in realtà, molti suoi aspetti, lo portano a essere molto vicino a un romanzo di formazione, in cui una giovane donna, si affaccia in modo difficoltoso all’età adulta. Viene così trattato, il percorso che la porta alla difficile ricerca della propria autorealizzazione personale e professionale. Molti anche gli aspetti psicologici, che seguono e descrivono i comportamenti di un uomo emotivamente instabile. Il romanzo sviluppa al contempo due aspetti importanti del nostro momento storico: la violenza sulle donne tra le mura domestiche, e la difficoltà, per chi si occupa di arte tradizionale, di lavorare realizzando i propri sogni, specie in una realtà frenetica come quella di Milano. La storia non è autobiografica, ma gli aspetti della difficile relazione con un uomo affetto da disturbi della personalità, sono frutto della passione e degli studi dell’autrice in campo di Comunicazione e Terapia Breve Strategica. Si affronta la tematica di come certi vissuti del passato, possano far scaturire atteggiamenti possessivi e violenti da parte di un uomo in apparenza sicuro, e di come, allo stesso tempo, una giovane donna non abbia la forza di reagire alle violenze subite per amore verso il proprio uomo. I due protagonisti entrano inizialmente in un meccanismo insano, nel quale tentano di risolvere i gravi problemi rifugiandosi nella loro continua attrazione sessuale, cosa che inizialmente sembra bastare, ma che col tempo fa peggiorare gli aspetti problematici. La storia è poi contornata da continue scoperte e rivelazioni, mezze verità e certezze distrutte, che metteranno sempre più a dura prova la giovane Dafne, sia nel fisico, che nella mente. Il finale va sicuramente in una direzione inaspettata e devo ammettere molto coraggiosa, tenendo fede al mio gioco di non far mai sembrare le cose come sembrano, o come il comune “buon senso” si aspetta. Un altro importante messaggio che lancio spesso nel romanzo, è quello dell’importanza di dimostrare il proprio valore rimanendo se stessi. In questo, c’è una mia forte e sentita critica alla società italiana, basata sempre troppo sulle apparenze. Attraverso la protagonista, lancio un messaggio a favore di tutti coloro che, in qualche modo, non vogliono scendere a compromessi con se stessi per trovare la propria realizzazione, sia personale che professionale. Una critica all’ ”abito che fa il monaco”, e ai ritmi troppo frenetici, che tendono a togliere l’anima a ciò che si fa.
Sempre a proposito del romanzo, ci puoi parlare un po’ dei protagonisti di “A proposito di Dafne” e dei luoghi in cui la vicenda si svolge?
Come dicevo prima, Dafne e Bob, sono inevitabilmente parte di me. Sono le mie paure, le mie passioni, sono la mia parte razionale, quella creativa, erotica, onirica. Il tutto poi ha preso vita, muovendosi in dinamiche che inventavo man a mano, senza schemi, senza punti prestabiliti, quasi come se entrambi i protagonisti mi guidassero. E anche per questo, ho dato vita a un seguito del romanzo, nonostante il primo fosse autoconclusivo. È stato come se i due, dopo avere letto e riletto la loro prima storia, avessero ancora delle cose da dire, da far sapere. E quindi, ho costruito una nuova storia, nel rispetto di ciò che ancora “volevano dire”. Strano eh… ma è così! Ma posso dire con certezza che non ci sarà una trilogia, perché bisogna stare molto attenti ai propri personaggi: crearli è un lavoro lungo, restarne imprigionati, è un attimo; perché nella tua testa esistono, sai cosa mangiano, il timbro della voce, come si muovono… C’è stato un grande lavoro per rendere i protagonisti reali, in ciò che fossero le movenze, i gesti, i modi di fare. Su di lui il lavoro è stato più delicato, perché parliamo di una persona con disturbi gravi della personalità. Su alcune cose dette e fatte da Bob, soprattutto quelle più eclatanti, era necessario verificare con i miei amati testi di terapia strategica, che ciò che avevo scritto di getto, fosse il più verosimile possibile. Sì, ci sono alcune scene molto forti, ma ahimè, più che verosimili, quando si ha a che fare con disturbi che accecano la nostra parte razionale. Per Dafne, è stato molto più semplice, perché in tante cose ha i miei stessi pensieri e atteggiamenti, per altri, ho messo insieme pregi e difetti che mi colpiscono in altre giovani donne. Per ciò che riguarda i luoghi, sembrerà strano, ma di quelli inseriti come provenienza dei personaggi, o ambientazione, ne conosco solo uno, Milano, che comunque non posso dire di vivere quotidianamente. Negli altri posti citati o descritti, non ci sono nemmeno mai stata. Volevo mettermi alla prova con luoghi che non mi appartenessero, così come del resto ho fatto con le professioni di cui si occupano Dafne e Bob. Ammetto che questo “complicarmi la vita” mi rappresenta. Non amo le “coperte di Linus”, e amo staccarmi volontariamente da ciò che mi è troppo vicino, mettermi alla prova costantemente. Ho notato che diversi scrittori, soprattutto nei primi romanzi, restano molto vicini a un’ambientazione familiare, spesso alla propria città, o paese. Non pretendo di saperne le reali motivazioni, ma solitamente, da lettrice, non la amo molto come scelta. Mi sembra un tappeto morbido sul quale cadere. Anche negli scrittori già affermati, non amo leggere romanzi che parlino troppo e insistentemente della propria provenienza, o ambientati sempre nella propria città. Lo trovo scontato, e volte troppo comodo. Eccezioni a parte, come in tutte le cose!
Passiamo ora a sbirciare un po’ dietro le quinte di “A proposito di Dafne”. Ci puoi, o meglio ci vuoi, svelare qualche retroscena inerente le fasi tra la fine della stesura e la pubblicazione effettiva del romanzo?
Dopo aver finito il romanzo, c’è stata una fase di riflessione: che faccio, lo tengo per me o ci provo e lo mando a qualcuno? Più lo rileggevo, più mi orientavo verso la seconda opzione. Dopo l’incoraggiamento di persone a me vicine, ho iniziato a guardarmi attorno. Scoprivo così, che esistono centinaia di case editrici pronte a prometterti pubblicazione e distribuzione. Sì, però devi pagarle. E così, ho aspettato qualche mese, senza mandarlo a nessuno. Poi il messaggio di un’amica: “la casa editrice che ti dicevo è 0111 Edizioni. Prova a vedere!” E così, ho trovato una casa editrice free, e con free, intendo davvero free! Nel senso che, dopo aver letto gratuitamente prima l’incipit, e poi tutto il romanzo, e dopo averlo gradito e scelto per la pubblicazione, mi hanno proposto la stessa, senza alcun contributo, nemmeno l’obbligo di acquistare una copia. Da contratto, scelgo se, quante e quando chiederle. Questo è un aspetto importante che ci tengo a precisare, e che non ho mai detto finora, perché mi sono accorta che troppo spesso, scrittori frustrati, o blogger che si atteggiano a giornalisti che non sono, dicono falsità su alcune case editrici, compresa la mia, forse perché scomode! E siccome una casa editrice, oltre all’editore, è fatta anche dei suoi autori, credo sia giusto dire come stanno le cose, per la professionalità di entrambi. Io, per scelta, sono contraria all’editoria a pagamento. Se proprio dovessi spendere dei soldi per far leggere la mia roba, e se non trovassi nessun editore free disponibile, allora piuttosto li spenderei per pubblicarmi autonomamente. Ma pagare cifre assurde come quelle che sento in giro, a una casa editrice, solo per mettere un marchio e prendersi i miei diritti, no grazie! E consiglio a tutti gli emergenti di stare attenti: la troppa voglia di essere letti, non deve togliere dignità a quello che scriviamo, sempre che si scriva per passione, ovviamente! Per fortuna, anche noti giornalisti e blogger americani, iniziano a mandare segnali chiari su questo tipo di “sfruttamento”. Spero che avvenga presto una qualche regolarizzazione in certi ambiti artistico-creativi, per evitare che i sognatori, finiscano in mano a certi meccanismi. Scusa lo sfogo, ma quanno ce vo’…ce vo’!
So che è stato realizzato anche un booktrailer di “A proposito di Dafne”. Ce ne vuoi parlare un po’?
Molte soddisfazioni, sono arrivate anche grazie al booktrailer, che oltre a pubblicizzare il libro, scopo per cui lo abbiamo pensato, si è dimostrato un prodotto molto apprezzato per il soggetto e l’impatto, nonostante i mezzi limitati di poveri artisti agli esordi! A dimostrarmi l’apprezzamento, sono stati l’interesse della stampa locale, il parere favorevole della gente, e il concorso Booktrailer Online Awards, che ci riservò 7 nomination su 10 e una grande visibilità. Il booktrailer, scritto e girato con gli artisti The Gluo Experience, racconta lo scheletro della trama, attraverso gesti di mani e piedi, quelli di Bob e Dafne. Lo definisco un lavoro raffinato, perché non è semplice unire soggetto, musica e regia convincenti, quando si deve promuovere un libro. La mia scelta, condivisa dai registi, era di non togliere assolutamente immaginazione al lettore. Io fatico molto a leggere un libro, di cui ho visto nel trailer, i volti dei protagonisti, o dove ho visto troppo chiaramente le ambientazioni. È come vedere prima il film e poi leggere il libro… trovate il trailer su YouTube, sotto la voce A proposito di Dafne booktrailer, oppure nella sezione video della mia pagina.
Venendo ora al lato vendite cosa ci puoi dire circa i canali attraverso i quali il tuo “A proposito di Dafne” è distribuito?
Il libro è ordinabile in libreria, soprattutto canale Feltrinelli. In alcune città, bisogna insistere, perché se hanno poche richieste, non sempre ordinano il libro di un emergente. In Feltrinelli Varese e Milano Porta Garibaldi è reperibile sicuramente. Poi consiglio il sito della casa editrice, Zero Uno Undici Edizioni, e i principali store on-line, come IBS o Amazon. Si trova sia in cartaceo che in e-book. Per una miglior ricerca, con il mio nome e cognome su Google, si aprono tutte le possibilità di acquisto.
Lasciando da parte il tuo libro permettimi di rivolgerti un paio di domande un po’ più personali. Innanzitutto cosa ci puoi raccontare circa il momento nel quale hai scoperto di voler scrivere?
Ti confesso che questa è una domanda che mi rivolgono spesso nelle interviste e ogni volta ne resto imbarazzata perché credo che non abbia una vera risposta. Come si fa a decidere il momento in cui si capisce una cosa del genere? È quasi come snaturarsi, guardandosi dentro forzatamente, cercando l’origine di qualcosa che in realtà esiste da sempre. Sì, c’è un periodo in cui si impara tecnicamente a scrivere, a sei anni. Poi il momento in cui provi a seguire dei corsi di scrittura narrativa, per migliorare lo stile e metterti in gioco. Ma la voglia di farlo, anche quando nessuno legge ciò che hai scritto… beh, quella voglia è innata! E anche se non ne verrà una professione, se non arriverò mai ad essere letta dalla massa, continuerò lo stesso a farlo, con la stessa passione. Perché la mia prima lettrice, sono io. Dafne e Bob sono io, così come le decine di protagonisti dei miei racconti inediti. E continuerei sempre e comunque a dare vita a ciò che sono, che odio, di cui ho paura…perché scrivere, è questo. Raccontarsi, attraverso ciò che si inventa.
E cosa ci racconti circa il quando e il cosa scrivi?
Scrivo con la musica in sottofondo, per forza! Alle volte, anche in cuffia. Ho bisogno di ispirarmi con note che mi facciano “viaggiare”. Ho un rapporto maniacale con la musica. Spesso, con le i pezzi giusti, specie strumentali, pensando ai protagonisti, riesco a immaginarli mentre fanno o decidono qualcosa, e questa è la mia prima fonte di ispirazione. E’ vero ciò che si dice spesso, la notte è il momento migliore per uno scrittore. E’ di notte, che ho pensato le scene più forti del mio primo libro, o che ho scritto soggetti, corti o canzoni. Principalmente scrivo narrativa, e ho diversi racconti brevi e corti inediti, prodotti per pura voglia. Molti li ho scritti durante il corso di scrittura. Il corso mi ha aiutata a sperimentare più generi. Per come sono fatta, il genere ironico, con immancabile tocco cinico, mi esce con naturalezza! Ma ho scritto anche molti corti più nostalgici o surreali. Come stile, mi piace quello lineare, semplice, che tutti possano seguire con facilità e senza trovare periodi contorti e troppo viziati, perché leggere, deve essere un piacere, non uno sforzo. Mentre amo giocare molto sui contenuti, con intrecci, con colpi di scena, complicazioni, realtà illusorie o finali inaspettati. Penso di essere mille cose, una testa confusa e razionale allo stesso tempo, come scrissi in una canzone… e quindi scrivo con mille sfaccettature diverse. Adoro anche scrivere singoli periodi, aforismi, e tempo fa, prima della pubblicazione, un mio “cortissimo” fu selezionato tra oltre diecimila proposte arrivate a un concorso. Non passai l’ultima selezione, ma fu una bella soddisfazione comunque, perché è estremamente difficile raccontare una storia di senso compiuto, in una singola frase, o in massimo 200 battute. Amo molto anche il lavoro di scrittura che c’è dietro un film. Del resto, le migliori battute, le migliori scene che ricorderemo per una vita, sono frutto di una o due persone, che si sono messe a scrivere una storia. Spesso, la gente ricorda solo gli attori, ma io ci tengo a ricordare anche, che parte tutto da qualcuno che inventa, crea, e scrive le idee! È un ambito che mi affascina molto, quello degli sceneggiatori, nonostante sia difficilissimo entrarci, indipendentemente dalle capacità. Io spero di scrivere comunque la trasposizione del mio romanzo, e per quanto disillusa, credo che le cose vadano sognate fortemente. E comunque, resta un buon modo per sperimentarmi e avere qualcos’altro nel cassetto.
Concludendo quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dunque… al momento sto facendo promozione al romanzo, con eventi il più possibile vari, accostandomi anche a situazioni un po’ “bizzarre” rispetto a ciò che promuovo, come eventi in saloni di bellezza, negozi, e anche una notte da dj in un club milanese, che mi ha permesso, oltre a misurarmi per la prima volta con la consolle, di esporre il libro, e mostrare dei visual a tema con la mia storia. E poi sto calcando a più non posso, trovando tanta disponibilità, il mondo radio e tv web, che mi permette di presentarmi in altre regioni. Per ciò che riguarda le presentazioni più canoniche, dopo quella in Feltrinelli Varese, avvenuta subito dopo l’uscita del libro, il 13 giugno mi aspetta un’altra grandissima opportunità: parlerò del libro nella Biblioteca Comunale di Varese. Ne sono fiera, perché essere ospitata dal Comune della mia provincia, è davvero un onore. Anche perché mi è stato chiesto di tenere il mio libro in catalogo, e questo aumenta la possibilità di raggiungere più lettori. Intanto, scrivo il secondo romanzo, che conto di finire entro l’estate. E poi, per spezzare un attimo da ciò che sono i tormenti dei miei due protagonisti, ho ultimato un raccontino ironico sulle manie da social network. Una simpatica presa in giro di alcuni vizi e atteggiamenti stravaganti che notiamo spesso nelle bacheche Facebook, e su cui ho voluto giocare. Lo presenterò su Streamradio giovedì 16 maggio, durante la trasmissione Fuori di Cuffia. Sarà divertente! Ogni evento, e ogni intervista o partecipazione radio, viene regolarmente pubblicata nella mia pagina, in modo che chiunque, possa seguire il tutto anche a posteriori. La pagina è facebook.com/monia.colianni. E poi ho un blog, moniacolianni.blogspot.com. E poi un’ultima “chicca” della quale ho avuto conferma solo recentemente e cioè la mia partecipazione al Libreville, un evento letterario alla sua prima edizione, che si preannuncia davvero elettrizzante. Vi prenderanno parte autori Mondadori e Feltrinelli! Si svolgerà nei giorni 29 e 30 giugno a Cardano al Campo, in provincia di Varese. Io interverrò il 29 giugno alle 19.00. Per chi volesse da una sbirciatina all’evento in anteprima questo è il sito:http://www.atratti.org/libreville/
Carissima Monia ti ringrazio a nome mio e del pubblico di questo nostro blog per la cortesia e la disponibilità e ti faccio un grosso in bocca al lupo per il tuo “A proposito di Dafne” e per quelli che sono e saranno i tuoi progetti futuri.
In conclusione vi ricordo ancora di correre ad acquistare il romanzo d’esordio della nostra nuova amica Monia Colianni, il bellissimo “A proposito di Dafne”.
Per quanto riguarda gli ulteriori contatti virtuali attraverso i quali potrete raggiungere Monia sono i seguenti:
Contatto mail: [email protected]
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/monia.colianni