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Scoprire l’Umbria con gli occhi di Steve McCurry

Creato il 13 maggio 2014 da Viaggimarilore

Scoprire l’Umbria con gli occhi di Steve McCurrySensational Umbria” è il titolo della mostra dedicata al reportage fotografico condotto da Steve McCurry in Umbria dal 2010 in avanti. Un lavoro commissionato proprio dalla Regione Umbria al grande fotografo per svelare al mondo la regione attraverso gli occhi di chi sa cogliere e fissare per sempre l’essenza e il dettaglio significativo delle cose.

La mostra, a dir la verità poco pubblicizzata in giro, è a Perugia. Grandi totem e scritte direzionali per strada indirizzano verso la sede. Poi si entra in mostra.

In un ambiente immerso nel buio più totale risaltano le immagini, sistemate a terra, luminose, delle fotografie di McCurry. Disposte senza un ordine apparente, solo alla fine del percorso acquistano il loro significato: tante tessere di un puzzle che unite insieme portano a comprendere l’Umbria nella sua essenza, nella sua identità: attraverso l’arte, la cultura, il lavoro dell’uomo, il paesaggio, la storia. Alcuni dei singoli scatti sono già di per sé dei capolavori, significativi, in grado di raccontare una storia, altri invece vanno letti insieme per poter essere compresi nella loro essenza. Il titolo “Sensational Umbria”, che vorrebbe dire Umbria sensazionale, per me acquista un altro significato: Umbria che trasmette sensazioni. Il percorso espositivo di fatto è emozionale, nel buio sei tu da solo a contatto con la singola immagine, e davanti ad essa sei portato a fare le tue considerazioni, ad ascoltare le tue sensazioni, a riflettere su ciò che la foto ti suggerisce.

E poi c’è lei, l’icona, colei che dà il volto a quest’Umbria sensazionale: una ragazza di Bevagna che, notata da McCurry mentre stava fotografando il Mercato delle Gaite, una rievocazione storica che si tiene tutti gli anni a Bevagna in giugno, diventa in qualche modo la protagonista del racconto di questa terra. Attraverso i suoi occhi siamo invitati a guardare un’Umbria sospesa nel tempo con sguardo più attento, ma anche capace di cogliere la bellezza.

L'allestimento

L’allestimento “emozionale” di Sensational Umbria

Non sono pochi gli scatti che mi hanno particolarmente colpito. Alcuni, letti nell’insieme, raccontano una storia, altri da se stessi raccontano una storia. Come la foto del pranzo di famiglia, che (anche se non è spontanea, ma costruita) richiama tutti in una volta alcuni valori della tradizione del centro Italia: il pranzo della domenica in famiglia, il capofamiglia che versa il vino, la convivialità, l’olio e i pomodorini sulla tavola, un’ambientazione in campagna che sa quasi di stereotipo, ma che non disturba. Altre, come le attività legate alla tessitura, raccontano un mestiere tradizionale, o gli scatti al Mercato delle Gaite, che attraverso i ritratti in costume raccontano sia un’attività del presente, la rievocazione storica, che la vita del passato medievale dell’Umbria.

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La Regione Umbria, affidando a McCurry questo reportage ha azzeccato in pieno la propria strategia di promozione turistica e culturale: chi meglio del fotografo più famoso del mondo può raccontare una terra che, soprattutto in vista della candidatura di Perugia e Assisi a Capitale Europea della Cultura nel 2019, deve far conoscere se stessa al grande pubblico europeo? Mossa vincente, dunque, questa, destinata sicuramente a lasciare il segno. Sia le foto nel loro complesso, che l’allestimento della mostra, davvero emozionale, sono un brillante ed efficace modo di raccontare una regione, la sua identità e le sue specificità sia a chi l’Umbria già la conosce che a chi invece non la conosce affatto.

Con noi un risultato l’ha già raggiunto: perché per esempio non conoscevamo il Mercato delle Gaite di Bevagna e pensiamo proprio che prima o poi un salto ce lo faremo!

La mostra di McCurry è anche l’occasione per fare un giro a Perugia, il cui centro storico medievale ha in realtà una storia ben più antica. Perdersi tra i vicoli che dalla via e dalla piazza principale scendono verso l’Arco Etrusco è un’esperienza da fare. Ma di questo magari vi racconto in un’altra occasione… ;-)


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