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Giorni fa mi é tornata in mente Varsavia e, con essa, i viaggi che ho fatto alla scoperta della Polonia. La città, così come tutta la nazione di cui fa parte, é riuscita a sorprendermi più di altri luoghi in Europa per la sua capacità di cambiare, crescere, trasformarsi e risplendere. Un viaggio alla scoperta di Varsavia può diventare, anche nell'arco di un solo giorno, un viaggio nella storia: si può partire da quella meno recente, grazie ad un centro storico grandiosamente ricostruito, per arrivare al periodo comunista e a quello successivo alla caduta del Muro di Berlino.
Ostalgia (in tedesco Ostalgie) é un neologismo coniato negli anni '90 per definire quel sentimento di velata nostalgia per il mondo pre-caduta del muro di Berlino. La parola é adatta a definire il sentimento di chi cercava nella propria vita quotidiana ancora qualcosa che li riportasse alle vita passata. Al giorno d'oggi, Ostalgia é una parola dall'applicazione turistica perfetta. In tutti i luoghi dell'ex blocco sovietico nascono e crescono i tour in Trabant (la nota automobile prodotta in Germania Est), le visite ad appartamenti-tipo oppure itinerari che, nell'arco di qualche ora, possano raccontare ai viaggiatori l'evoluzione di una nazione, una regione o una città. Così é stato per me a Varsavia quando sono stata letteralmente prelevata da un furgoncino dell'epoca comunista e portata (con mia estrema felicità) a fare un giro per la storia di Varsavia.
Come vi dicevo prima, Varsavia possiede un centro storico meraviglioso, ricostruito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Passeggiare per la città vecchia é bello ma capita, almeno a me, di aver voglia di scoprire qualcosa di più vicino ai giorni nostri, qualche piccolo pezzo di passato recente che non così spesso si mostra ai visitatori di una città. Il tour che ho fatto io, studiato e guidato da Adventure Warsaw, mi ha aiutato a conoscere un po' di più l'anima della capitale polacca.
Non vorrei spoilerare troppo (nel caso voleste ripetere la mia stessa esperienza), ma vi posso raccontare una delle tappe iniziali del viaggio alla scoperta di Varsavia, quella che forse più di tutte le altre mi ha lasciato dentro il senso della storia di quella città. Il tour ci aveva fatto approdare in una piccola piazza non distante dal Palazzo della Cultura voluto da Stalin. Da lì si potevano notare, sulle facciate degli edifici, tre diversi periodi della città. Un palazzo con mattoni a vista, molto vecchio, raccontava la Varsavia di inizio '900: cosmopolita, attiva, ricca di scambi economici e culturali. Come se avessimo a disposizione una macchina del tempo, spostando lo sguardo di pochi metri si incontrava uno dei primi palazzi della Varsavia post-bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: ampio, con tanto spazio attorno, 5 piani in tutta la sua altezza. Un altro lieve spostamento ci offriva la visione di un palazzo di epoca comunista, alto tanto quanto quello precedente ma con diversi piani e balconi in più: gli appartamenti piccoli erano proprio il simbolo della Varsavia degli anni della Guerra Fredda.
Dietro queste unità abitative così diverse svettava lui, il Palazzo della Cultura, un qualcosa di mastodontico che al primo sguardo può sembrare un elefante sgraziato in una cristalleria ma che, dopo un esame più attento, comincia a piacere, ad avere un suo perché anche estetico tanto da far pensare a tutti: "Sai cosa c'è? Non sta poi così male in città!".
I tour di Adventure Warsaw portano i viaggiatori anche in alcune location del film Il Pianista: luoghi sicuramente lontani dai percorsi turistici comuni e più conosciuti. La degna conclusione di un piccolo viaggio che vuole raccontare la storia recente di Varsavia é un piccolo e ben curato museo del periodo comunista, un luogo dove l'Ostalgia diventa reale e dove ci si può ritrovare, nell'arco di pochi minuti, dentro un salotto di 40 anni fa oppure seduti alla scrivania di un dirigente di partito. Per me si é trattata di una gran bella esperienza, perfetta per avere una visione diversa della città. Un tour simile é la scelta giusta se si ha poco tempo per restare in città e si desidera usare le proprie ore per qualcosa che abbia un gran significato sia culturale che umano.
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