Voci, porte che si chiudono. Il suono acuto è un riflesso condizionato che apre immagini e pensieri mentre guarnizioni di gomma si sovrappongono fischiando. Mi suona in testa A night in Tunisia di Charlie Parker. Movimento, rumore di ruote metalliche su rotaie taglienti, ritmo sincopato. I binari seguono il fiume nel tratto della ferrovia vecchia tra Signa e Montelupo, curvano nelle anse, sfiorano la Villa dei cento camini, accarezzano le ali dei corvi spiegate ad asciugare sugli alberi lungo l’argine.
Scorrono luci, riflesse sul finestrino
in un vagone che buca la notte
proiettile che attraversa gallerie cilindriche
spostamenti d’aria che fanno tremare vetri
immagini sovrapposte a questo intenso solitario notturno.