Lo screen-shot dalla pagina di BBC iPlayer
Edimburgo – Negli ultimi trent’anni il rugby scozzese ha festeggiato due vittorie nel Championship, ultima delle quali nel lontano 1990. Anche il passaggio da 5 a 6 Nations non ha portato, a queste latitudini, i risultati sperati, perché la Scozia si è vista subito coinvolta in un “derby” con l’Italia per evitare l’ultimo posto e il famigerato cucchiaio di legno. Oltretutto, nel 2007, la Scozia è stata la prima nazionale battuta a domicilio dagli Azzurri.
Insomma, non proprio un periodo brillante, ma quest’anno cade la celebrazione di un evento che ha, in qualche modo, lasciato un segno indelebile nel rugby scozzese.
Nel 1983 la Scozia è arrivata vicinissima a sconfiggere gli All Blacks, mancando nel finale di partita la marcatura decisiva e trovando, comunque, il primo pareggio contro la Nuova Zelanda. Quella squadra, quel risultato, pochi mesi dopo sarebbe stato visto come il viatico per il primo Grand Slam che non arrivava North of the borders dal lontanissimo 1925.
Jim Telfer era diventato head coach nel 1980 e in quegli anni aveva costruito una squadra con una mentalità vincente, capace di andare a vincere a Cardiff e Dublino, di piegare l’Inghilterra al Murrayfield e di fare impazzire la Highland Cathedral battendo la fortissima (e considerata quasi invincibile) Francia in quella che, de facto, era non solo la finale del torneo ma anche la gara decisiva per il Grand Slam.
La BBC ha recentemente celebrato quell’annata con un documentario che si può recuperare a questo indirizzo http://www.bbc.co.uk/iplayer/episode/b03slvkg/Grand_Slam_84/ disponibile online fino al 5 febbraio prossimo.
Tornando a noi, fatta la squadra, i ragazzi di Scott Johnson si recheranno quest’oggi a Dublino per preparare l’esordio contro l’Irlanda guidata da Paul O’Connell e con un Brian O’Driscoll al canto del cigno che vorrà iniziare col piede giusto la stagione che, dalle parti dell’Aviva Stadium, si pensa possa essere quella buona per tornare a vincere.
Le chance della Scozia in Hibernia sono davvero pochine, considerando la condizione di forma in cui l’Irlanda si presenta all’appuntamento e la determinazione mostrata nell’ultimo test match contro gli All Blacks e che fanno dei Verdi i miei favoriti alla vittoria finale. Kelly Brown, confermato capitano, ha detto che l’obiettivo stagionale della Scozia non è di vincere il Torneo col Grand Slam ma di centrare qualche risultato importante.
Avremo tempo per discuterne meglio settimana prossima, quando ci avvicineremo all’attesissimo scontro con l’Auld Enemy (che oltretutto detiene la Calcutta Cup dal 2009) che, nell’anno in cui si deciderà il futuro della Scozia come possibile stato indipendente, assume necessariamente connotati che vanno oltre lo sport.
Tuttavia, detto che le speranze in Irlanda sono di limitare i danni, sono molto più fiducioso che la Scozia possa fare una grande partita e, perché no, vincere contro l’Inghilterra.
Le premesse per fare bene ci sono tutte, nonostante ai Blues manchino un paio di giocatori nei ruoli chiave capaci davvero di fare la differenza e l’Inghilterra sia davvero una “hard nut to crack”.
Se dovessi scommettere un pound, comunque, lo giocherei sulla Scozia che, qualora dovesse fare risultato, si presenterebbe a Roma da favorita.
Troppi se e ma, direte, ma l’esperienza mi insegna che il Championship è un torneo in cui gli equilibri sono talmente delicati che un piccolo imprevisto può cambiare le cose.