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Scozia-Inghilterra, le parole del post-partita

Creato il 09 febbraio 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980

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Murrayfield Stadium (Edimburgo) – “Estremamente frustrante, incredibilmente frustrante”. Apre cosi Scott Johnson la sua conferenza stampa, quasi incapace di spiegare meglio la (non) prestazione della Scozia, frutto anche (e soprattutto, a mio parere) di scelte sbagliate da lui.

In primis, aver fatto fuori capitan Kelly Brown, unico esponente rimasto (assieme a Ross Ford) del gruppo che nel 2008 strappò per l’ultima volta la Calcutta Cup dalle mani inglesi, continuando poi in una teoria di errori, dal game plan alle sostituzioni, fino a chiudere con le parole, pesantissime, rilasciate nel prosieguo della conferenza.

Abbiamo giocato 20 fasi statiche nei nostri 22m difensivi, qualcosa devi concedere ma simceramente abbiamo giocato male. Il piano di gioco c’era ma l’esecuzione è stata pessima. Comunque, concedere solo venti punti agli avversari dopo aver giocato così tanto a ridosso della nostra linea di meta è un risultato positivo”.

‘Risultato positivo’ per commentare una sconfitta pesantissima, in casa contro il ‘nemico’ di sempre non suona eufemistico. Suona decisamente male.

Poi, la stoccata contro i giocatori: “Abbiamo un 10, un 12 e un 13 giovani ed inesperti, così come Hoggy (Stuart Hogg); forse solo Sean Lamont ha una certa esperienza, ma sono convinto che se non facciamo giocare i nostro giovani non riusciranno mai a crescere. Siamo ingenui ma abbiamo anche molta fisicità; loro sono il futuro della Scozia, non possiamo continuare a chiamare ‘vecchi’ ma dobbiamo dare possibilità anche ai più giovani. Sono convinto che questa sia la strada giusta per crescere”.

Insomma, Jonno usa il bastone e la carota ma, a questo punto della sua avventura alla guida della Scozia – che ho seguito dall’inizio, avendo vissuto l’ultimissima fase dell’era Robinson – il giudizio sull’operato dell’Aussie non può essere positivo. La squadra ieri è apparsa non solo senza un gioco e in completa balìa dell’avversario, ma soprattutto senza una guida. Nè in campo, né fuori.

La faccia di Laidlaw ieri era scura, si è limitato a dire due frasi, una sul campo (ancora) che secondo lui non ha influito sugli errori dalla piazzola (“ho calciato male, due pessimi calci, il campo non c’entra nulla”, ma poco dopo Lancaster dirà che “su un altro terreno Owen avrebbe fatto sicuramente meglio”), l’altra sulla prestazione della squadra (“30% di possesso, malissimo nei set pieces. Sinceramente non saprei dire di più”).

Vern Cotter arriverà a giugno, un po’ tardi per preparare la Coppa del Mondo, ma soprattutto con un gruppo da ricostruire e, stavolta, dalle fondamenta.

Le parole dell’head coach dell’Inghilterra, Stuart Lancaster: “Abbiamo giocato bene, la Scozia ci ha messo in difficoltà nei breakdown ma siamo stati bravi ad imporre il nostro gioco. Loro hanno difeso forte, concedendo qualcosa alla disciplina. Difensivamente, per quanto ci riguarda, siamo stati bravi su un campo simile ad adattare le nostre caratteristiche: non si poteva giocare con molte fasi“.

Forse faremo qualche cambio nelle prossime gare, c’è molta competizione specialmente in alcuni ruoli. Vedremo cosa succederà“.

Non abbiamo infortuni seri, per fortuna. Su un campo migliore Owen avrebbe fatto decisamente meglio dalla piazzola, e anche i nostri trequarti si sarebbero espressi in maniera differente”.


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