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Scozia, un mese ai test match. Speranze, certezze e qualche dubbio in attesa dei Pumas (e con vista sulla RWC 2015…)

Creato il 08 ottobre 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980

Screen Shot 2014-10-08 at 20.27.10Edimburgo – Tra un mese esatto, con calcio d’inizio fissato alle 5.30pm, la Scozia di Vern Cotter debutterà al BT Murrayfield contro l’Argentina nel primo test match autunnale.

Dopo i Pumas, l’affascinante e proibitiva sfida agli All Blacks, prima di chiudere a Kilmarnock, circa 70 miglia dalla Highland Cathedral, contro Tonga.

La Scozia arriva alla serie autunnale, quando inizierà il conto alla rovescia di dodici gare alla RWC, con molte speranze. Le gare estive sono state incoraggianti, dal punto di vista dei risultati, con tre vittorie (contro USA, Canada e Argentina) e una sconfitta, seppur pesante, in Sud Africa contro gli Springboks. Cotter, al suo esordio, ha scelto di convocare un numero altissimo di giocatori, dividendoli in due gruppi, e di sottoporre la squadra ad un ‘tour de force’ per giocare più partite possibili. Sette debuttanti, tra cui il terza linea dei Glasgow Warriors, Adam Ashe, che vanta il primato di aver giocato prima con la nazionale che col suo club, qualche aggiustamento in corsa, ma nel complesso, con poco più di un anno a disposizione, non c’è tempo per nessun tipo di esperimento.

La dirigenza insiste dicendo che la Scozia “andrà alla RWC per vincerla“, ma il nuovo head coach ha già ribadito, a giugno e ancora a settembre, che “ci vorrà tempo e si dovrà lavorare duramente in vista della RWC“.

La virtù, come vuole un vecchio adagio, sta nel mezzo.

La Scozia, che ha vinto una sola gara nell’ultimo 6 Nations (contro l’Italia a Roma) e ha giocato bene una partita e mezza, il secondo tempo di Roma e il match in casa contro la Francia, ha fatto bene in estate, come detto, contro due avversarie battibili. Contro i Pumas ha evidenziato qualche problema, coperto dal drop vincente di Duncan Weir, ma  puntualmente la “prepotenza” sudafricana – pur con le seconde linee, perché la gara si giocava fuori dalla finestra IRB – ha esposto tutti i punti deboli. Il materiale su cui lavorare c’è, la volontà anche; il tempo, purtroppo, non è più molto ma la Scozia ha decisamente le carte in regola per centrare i quarti di finale. Il Sud Africa è l’avversario più ostico, ma un risultato positivo contro Giappone e Samoa – dato per scontato, ma attenzione a sottovalutare gli avversari, un successo contro gli USA – manderebbe la Scozia alla fase ad eliminazione diretta. I prossimi test autunnali diranno molto, ma credo che ancora più indicativo sarà il 6 Nations 2015. I Pumas sono un avversario difficile, gli All Blacks non hanno bisogno di introduzioni e Tonga nel 2012 ha giocato un bruttissimo scherzo alla Scozia. Due vittorie e una buona prestazione manderebbero comunque Vern Cotter verso il 2015 con più tranquillità.

Il lavoro della dirigenza, della SRU, sul rugby scozzese è, negli ultimi tempi, encomiabile. Forse la creazione della figura del DoR, affidata a Scott Johnson, ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma le operazioni che hanno portato agli accordi di sponsorizzazione con Macron e, soprattutto, BT, sono stati un boost grandissimo per tutto il movimento. Settimana scorsa è stata inaugurata la prima BT Academy, che sarà seguita da altre tre, gli investimenti nel rugby di base, nel rugby femminile (con un head of rugby completamente dedicato) e nel Sevens, nonostante il non soddisfacente esito dei Commonwealth Games casalinghi, lasciano davvero ben sperare per il futuro.

Le premesse perché il 2015 rugbystico sia un anno da ricordare per la Scozia ci sono tutte. Tra un mese la parola passerà al campo e servirà davvero la miglior squadra, concentrata e decisa, per regalare un buon natale a tutti gli scozzesi.


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