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Scre4m

Creato il 26 aprile 2011 da Misterjamesford
Scre4mLa trama (con parole mie): Sidney Prescott fa il suo ritorno trionfale nella cittadina natale, la stessa che l'aveva vista sopravvivere alle prime scorribande di Ghostface - che, poi, non era un solo killer, ma questa è un'altra storia - in occasione del lancio del suo libro, una sorta di autobiografia che mostri quanto è stata in gamba ad uscire dal tunnel del terrore.
Peccato che, in città, gli omicidi riprendano con la stessa modalità, e che qualcuno pare proprio voglia rinverdire i fasti degli anni novanta aggiornandoli al nuovo millennio.
Premetto che, personalmente, trovo che Wes Craven sia stato uno dei grandi pionieri dell'horror nel corso degli anni ottanta: L'ultima casa a sinistra, Le colline hanno gli occhi, Il serpente e l'arcobaleno e soprattutto Nightmare hanno reso il regista di Cleveland uno dei grandi innovatori del genere agli occhi degli appassionati, e non solo.
Perchè l'arzillo Wes, ad una certa truculenza e alla paura, è sempre riuscito ad unire una componente di nerissima comicità ed ironia che molti suoi anche più illustri colleghi non hanno mai neppure lontanamente immaginato di avere, e con la stessa è riuscito più di una volta a colpire il mio immaginario di spettatore: l'ultima, cronologicamente parlando, risale ai tempi dell'ottimo - e troppo sottovalutato - La casa nera, datato 1991.
Ricordo che vidi Scream al Cinema, stregato da un trailer che prevedeva un crescendo di tensione quasi insopportabile e mi faceva ben sperare ricordando il terrore che, da bambino, era in grado di scatenare in me Freddy Krueger, spodestato soltanto dall'insuperabile Bob di Twin peaks.
Ricordo anche tutto il clamore e l'immediata trasformazione di quello che pareva niente più che un teen movie in un cult, e lo stupore che la cosa suscitò nel sottoscritto.
Perchè se il di nuovo arzillo Wes non aveva perso tecnica ed ironia, si era come fatto travolgere dalle stesse, neanche fosse uno di quei cinquantenni che girano per locali con il sorriso dei tempi migliori sperando di portarsi a casa qualche ventenne nella speranza di farsi venire un bell'infarto tra le lenzuola.
Così ho deciso di dare personalmente un taglio alla mia frequentazione dei lavori del signor Craven, fino a quando il clamore pubblicitario e della rete non mi hanno convinto - insieme a Julez, sostenitrice del genere squartamenti assortiti - a cimentarmi una volta ancora con le imprese di Ghostface.
Sono passati quindici anni dal primo capitolo della saga, e cosa scopro?
Che il nostro arguto regista non solo non è cambiato ma, se possibile, è diventato anche più sornione: intelligente? Di sicuro. Divertente? Anche. Ironico? Senza dubbio.
Ma davvero vogliamo spacciare il giochino delle citazioni - a dir poco insistite - e gli incastri in apertura di pellicola per metacinema?
Se così fosse, una cosa come Rubber sarebbe da considerare una sorta di nuova frontiera della settima arte, invece che un buon film.
E Underground, già di suo un Capolavoro, la pietra angolare di tutta la storia del grande schermo dai Lumiere ad oggi.
Un giochino divertente, ecco cosa rimane dei trucchetti di Craven: che all'ennesima domanda sui film horror diventa simpatico quanto il vostro compagno nerd incapace di star zitto delle superiori.
Certo, la riflessione sull'evoluzione dei tempi è interessante, e la chiusura di agghiacciante attualità, eppure di paura non si parla neppure da lontano, e l'impressione è che il regista - così come la protagonista stessa - rifiuti l'idea del tempo che passa e cerchi in tutti i modi di apparire più cool delle nuove generazioni in rampa di lancio.
Se proprio dovessi pensare all'horror e alle sue citazioni, credo che Leatherface o Jason se ne sarebbero bellamente infischiati, di un mostro di nuova generazione, o forse si sarebbero sforzati quel poco di più per farlo a pezzetti.
Per non parlare di Freddy Krueger, che si sarebbe limitato ad un paio di insulti e una risata, forse senza neppure darsi il disturbo di toglierlo di mezzo.
Inutile dirlo, Wes.
Hai stile, ma il tuo tempo è inesorabilmente passato.
E più ti sforzi a voler dimostrare che non è così, più apparirai vecchio ed obsoleto.
Basti solo pensare che l'ultima volta in cui hai davvero inquietato il pubblico era, per l'appunto,  il 1991.
Per dirla come Sidney, l'originale vincerà sempre.
E tu ormai non sei altro che il remake di te stesso.
MrFord
"Hey, why you keep screaming at the top of your head?
I say hey, why you keep screaming at the top of your head?"
Chris Cornell - "Scream" -

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