Per ogni sciagura che ti piomba dritta sul cranio, soliti lettori, v’è una lieta novella: ecco dunque che in questo negativissimo mese di novembre le fanciulle Squirters m’hanno assegnato un secondo premio.
Il primo, Blog 100% Affidabile, quale consono bilanciamento all’infortunio del mio basso; il secondo, Reality Blog Award, evidente contraltare al guasto ai freni della mia voiture occorso proprio jer l’altro.
Che dire? Non mi faccio mancar proprio niente… M’attendo ora il terzo ed ultimo premio che accompagnerà gloriosamente l’insorgere della sciatica (o d’un ernia al disco, o d’un attacco di cervicale a vostro piacimento).
Ad ogni modo.
Pare che l’assegnazione di questo premio comporti una sorta di terzo grado: debbo rispondere a cinque domande su me medesima.
Beh… dopo aver passato anni dal lato intervistatore, il cambiar seggiola è per me fonte d’entusiasmo; lietamente mi presto alla bisogna (confesso che l’idea di raccontarmi lemme lemme tra le pagine d’un blog era tra gli obiettivi di Numéro 091277).
Oh. Prima d’iniziare, precisiamo: l’auto-intervista coinvolgerà entrambe le Scribacchine. Quella seria che scrive in tondo e quella svagata che scrive in corsivo. Ovvero: quella che prende tutto troppo sul serio e quella che della serietà ignora il significato (enfin, i due lati della stessa medaglia ch’è ognuno di noi).
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1 – Se potessi cambiare una cosa, cosa vorresti cambiare?
S1: «Sicuramente non il passato, non mi piace piangere sugli errori (anche se mi capita di farlo). Cambierei qualcosa del presente: per la precisione, cambierei il mio modo di agire, perché poi è lì che sta l’origine di tutti i cambiamenti. Ricapitolando: cambierei il mio approccio alla vita, ancora troppo timido e timoroso nei confronti del cambiamento».
S2: «“Cambiamento, cambiare, cambierei”: Scribacchina seria, ti sei incartata da te sola nelle parole? Diamine, siam solo alla prima domanda… Io sarò più rapida e concisa: l’unica cosa che cambierei son le mani. Sì: mi sottoporrei con gioia ad un trapianto di mani, che siano tassativamente “modello Felix Pastorius” (quei pollici snodatissimi, te possino… tutto il babbo suo, il giovine…)».
2 – Se potessi ripetere un’età, quale sarebbe?
S1: «Ripeterei dai 12 ai 16 anni, età abbastanza critica (come per tutti, immagino); però rivivrei questo periodo solo se ci fossi io, così come sono adesso, accanto a quella ragazzina: una sorta di tutor che possa darle le giuste istruzioni e un po’ di supporto».
S2: «Fatemi pensare, dunque… forse forse rifarei dai 23 ai 25 anni, talvolta approfittando della tutor testé nominata».
3 – Cos’è una cosa che ti spaventa davvero?
S1: «Forse il cambiamento (vedi domanda numero uno), ma ancora di più è la mia incapacità di gestire alcune situazioni… che è poi la stessa cosa, volendo guardare. Mi spaventa sentirmi nuda e senza difese. Mi spaventa la parola “fine”, ma solo quando significa “porta chiusa a chiave, dove la chiave è irrecuperabile”».
S2: «Restando terra terra, m’incute timore il gomito del tennista e la sua smisurata adorazione pei miei arti superiori. A margine, un po’ di timore me l’incute pure l’officina di riparazione dov’è tuttora ricoverato il mio bassetto… vuoi pel pargoletto medesimo, vuoi pel conto à payer che ho come il sentore stia lievitando…».
4 – Qual è un sogno che non hai completato, e pensi di non essere in grado di completare?
S1: «Diventare pasticcera, un grande sogno che sono riuscita a realizzare solo nella mia cucina».
S2: «Ovvio: diventare la più grande bassista del mondo (ehilà, Jaco!)».
5 – Se potessi essere qualcun altro per un giorno, chi vorresti essere?
S1: «Una mosca con il dono dell’ubiquità: vorrei essere dove non posso essere, in tanti posti diversi, così potrei vedere e capire quello che qui ed ora mi è impossibile vedere e capire».
S2: «… Signori, che razza di domande son queste?… Già la sapete, l’unica risposta possibile: Esperanza Spalding».