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scritti non pagati 1

Creato il 17 febbraio 2011 da Vivianascarinci
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Tra ragione e poesia si schiude la teatralità del presente. La consapevolezza cui non sembra di schivare i contenuti mentre li tempera facendoli altro da sé. E’ questa separazione che crea il deficit che invade buona parte dei pensieri che sento. Non introiettandone la deflagrazione ma estrovertendola al gelo del pensiero, l’immagine diventa una critica superflua vomitata dalla realtà condivisa e muore gli infiniti legami con cui invece, ti deve frugare, proponendosi. Questa perquisizione è necessaria, tu lo sai. E’ necessario l’abbandono a una facoltà che riguardi le immagini impegnate variamente nell’arte, in poesia, in filosofia, nella musica, come appartenessero a un’unica manomissione che getta nel caos le categorie che le definiscono. Questo è il disincanto che la contemporaneità esprime in qualità di cultura del frammento. Questo l’interezza deve accettare. L’esperienza della propria verità in questa frammentazione è il corpo lacero, assunto come problema. Ciò deve attenere variamente ogni forma di lettura che si applichi in una traduzione più o meno naturale di uno stato non perfettamente conscio di sé nell’atto di legarsi a un operato che lo riveli. Il poeta, il pittore come il filosofo, il fisico, il matematico applicando la loro imponderabilità al frammento sia esso oscillante in una zona oscura che scienza fissata da una dialettica metodica, possono toccare in questo confronto una qualità non paragonabile senza che essa appaia come il fatto estremo di una speculazione ma piuttosto un moto urtante l’apatia del visibile nell’atto semplice del guardare il fuori intanto il dentro di questi lacerti e assemblaggi. Ti dico questo in modo che il nostro sguardo ci diventi un vivere sopportabile … ciò credo basterebbe ad entrambi.


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