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Scrittore, ce la farai a raggiungere il mare?

Da Anima Di Carta

Scrittore, ce la farai a raggiungere il mare?

La tartaruga Caretta Caretta

In questi anni ho incontrato tante persone appassionate di scrittura. Qualche volta mi è capitato di invidiare l'entusiasmo di alcune di loro, un entusiasmo che non sempre provo forse per il mio temperamento un po' pessimista. Spesso però mi è anche successo di assistere allo spegnersi progressivo o repentino della passione. A distanza di anni, molti entusiasti hanno cambiato rotta, smettendo di scrivere.
Tanti blog aperti con grande fervore da autori esordienti sono stati chiusi o sono morti per mancanza di nutrimento. Qualche manoscritto è finito in un angolo del computer in attesa dell'editore giusto che non arrivava. La grande passione per la scrittura è stata soffocata da altri interessi o dalla vita quotidiana. Qualcun altro, deluso dalle scarse vendite o annichilito dalla fatica di lottare contro un mercato ostile, ha gettato la spugna.
Cosa mancava a queste persone? La pazienza? Una determinazione abbastanza forte? O semplicemente si sono arrese di fronte alla dura realtà?
Eppure, per quanti si arrendono, tanti altri ci provano. Il numero degli auto-pubblicati continua a crescere ogni giorno, cifre da non credere. Ormai trovare qualcuno senza velleità scrittorie è diventata una sfida. Qualche giorno fa ho saputo che una persona che conosco di vista ha pubblicato un libro in self-publishing. La notizia mi ha lasciata sconcertata e perplessa, perché mai avrei detto possibile che pensieri buttati giù a mo' di diario in un italiano stentato possano trasformarsi in un romanzo. Ma ormai non c'è limite al peggio.
In tutto questo, mi viene da pensare alle tartarughe marine, alle tante uova che vengono deposte sulle spiagge (leggo su Wikipedia anche 200). Non tutte riescono a schiudersi e pochissime tartarughine appena nate ce la fanno a raggiungere il mare. Alcuni piccoli muoiono strada facendo, altri finiscono nelle mani dei predatori, altri perdono l'orientamento a causa delle luci artificiali, qualcuno muore una volta entrato in acqua. Un numero esiguo riesce a sopravvivere fino all'età adulta, pur avendo raggiunto il mare.
Al di là del triste destino delle tartarughe marine che sono in estinzione, non sarà così anche per i tanti aspiranti scrittori che invadono il mercato ai giorni nostri? Non sarà che dei tantissimi prodotti sfornati, ben pochi sopravvivranno alla prova del tempo?
E questo secondo me ha poco a che vedere con una pubblicazione tradizionale o indipendente, perché ci sono opere meritevoli anche tra gli auto-pubblicati, così come ci sono libri brutti anche tra i prodotti di case editrici blasonate. La sopravvivenza in questo campo è comunque una dura lotta, che parte dal finire il romanzo che stiamo scrivendo e che finisce... no, non finisce mai.
Devo ammettere di aver avuto la tentazione di arrendermi tante volte in questi ultimi anni. Se non l'ho fatto è solo perché scrivere è ancora una passione molto forte e perché strada facendo ho avuto la fortuna di incontrate tante tartarughine che cercano di raggiungere il mare e che mi fanno sentire meno sola mentre arranco sulla sabbia. Siete tutti voi che leggete in questo momento.
Oggi avevo in programma un altro tipo di post, ma queste riflessioni hanno avuto il sopravvento.
A che punto siete con la vostra corsa verso il mare? Vi sentite abbastanza determinati a raggiungerlo?

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