Magazine Cultura
Prima Harper Lee, poi Umberto Eco: questi giorni sono tristi per la perdita di scrittori tanto importanti! E non solo per i gusti letterari. Se Harper Lee è simbolo della lotta al razzismo negli Stati Uniti (Il buio oltre la siepe è il libro consigliato da Obama agli americani per capire meglio la problematica), Umberto Eco rappresenta per noi la cultura che cerca di mantenere un profilo alto nonostante i libri usa e getta sempre più diffusi. Gli ottantaquattro anni del professore erano garanzia di esperienza inserita nell'entusiasmo di un ragazzino, capace di guardare oltre e di dire verità scomode. Il recente annuncio che assieme ad altri valorosi della cultura si stava preparando a fondare una casa editrice che non si facesse inglobare dalla cosiddetta Mondazzoli (termine nato per criticare la fusione tra Mondadori e il gruppo RCS, compromettendo così la necessaria pluralità culturale) aveva destato grande interesse. Doveva chiamarsi La nave di Teseo. E così si chiamerà. Non credo che i suoi compagni di viaggio abbiano intenzione di fermarsi. L'idea è incredibilmente importante e necessaria. Credo che in nome suo ne uscirà un'esperienza certamente da valutare con attenzione e interesse.Ottantaquattro anni vissuti con il vento in poppa non meritano lacrime, ma grande ammirazione. Che il suo esempio serva alle generazioni future.
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