Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Paolo Mazzocchini in tutti gli store online con Nota di addebito (Ensemble Edizioni): «Scrivendo sento di salvare qualcosa che andrebbe perduto».
Diamo il benvenuto a Paolo Mazzocchini. Grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: raccontaci qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Nota di addebito.
Intanto si tratta di più storie. Di dieci storie brevi (o brevissime) tutte raccontate in prima persona. Perciò questa mia raccolta porta anche il sottotitolo di monologhi, perché si tratta di pezzi che, per come sono concepiti e scritti, potrebbero anche prestarsi a una recitazione teatrale. Ma al di là di queste definizioni esterne di genere, conta per me soprattutto aver dato voce, attraverso queste storie, ad una narrazione soggettiva: intendo dire che quanto ciascun personaggio (ciascun ‘io’) narra è filtrato e rielaborato (e giudicato) attraverso la coscienza del narratore. La realtà è guardata sempre da un punto di vista particolare. Il mio sforzo maggiore è consistito nel calarmi nelle diverse personae che parlano (e si confessano) senza però immedesimarmi mai con nessuna, ma partecipando un po’ – inevitabilmente, per simpatia o per contrasto – di ciascuna. Mantenere questo equilibrio è stata la sfida più intrigante: non poco faticosa, ma molto motivante. Mi sono cimentato insomma in un genere che è un po’ a metà strada tra la poesia (da cui provengo) e la narrativa pura (cui aspiro).Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?
Di narrativa breve ho già pubblicato la raccolta di racconti L’anello che non tiene (presso Aracne Editrice). Ho scritto anche tre libretti di poesia: Zero termico (Italic Pequod) , Chiasmo apparente (LietoColle), Pietra e farfalla (Ladolfi Editore), e la silloge di aforismi La domestica di Einstein (FuocoFuochino). Curo il blog Saturalanx, dove spesso compaiono miei inediti.Nota di addebito. Perché hai scelto proprio questo titolo?
È il titolo del primo racconto /monologo, che è anche il più lungo e, per molti versi, altamente rappresentativo della raccolta, trattandosi di una confessione del protagonista/narratore al proprio psicoterapeuta; cioè di una sorta di flusso di coscienza che mano a mano si ordina in una narrazione.Paolo Mazzocchini, ci riveli qualche indiscrezione sul libro, così da farci addentrare meglio nel tuo contesto?
Trattandosi di una decina di monologhi, mi soffermerei soltanto sul pezzo ‘eponimo’, cioè proprio su Nota di addebito. L’io parlante è un biologo cinquantenne fisicamente e psicologicamente malmesso, vittima, ma anche colpevole, di sfortunate vicissitudini professionali e familiari. Da giovane è stato a lungo succube, per debolezza, del mobbing di un collega; poi, negli anni della maturità, quando sembrava aver raggiunto una certa serenità professionale, si è scoperto prigioniero di una moglie ossessiva e psichicamente sempre più instabile. Così pensa di vendicarsi dell’uno (il mobber) e dell’altra (la moglie). Ci riesce a suo modo del primo, un po’ meno della seconda. Il finale a sorpresa è allusivamente anticipato nel titolo.Perché consiglieresti Nota di addebito?
Perché in ciascuno dei personaggi credo ci sia qualcosa di tutti noi, soprattutto nel desiderio – spesso frustrato dalla realtà - di raccontarsi senza veli, per ammettere – a se stessi e al mondo – chi si è veramente e per affermare senza ipocrisia che cosa conta davvero di più nella nostra vita. Una operazione di sincerità che ha un forte valore liberatorio.
Nota di addebito
di Paolo MazzocchiniEnsemble Edizioni
Racconti | Monologhi
ISBN 978868813406
Cartaceo 11,06€