Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Roberto Conti, in tutti gli store online con Benvenuti a Morascone (Rossini Editore): «Voglio far provare al lettore ciò che io provo, è una sfida estremamente stimolante».
Diamo il benvenuto a Roberto Conti. Grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: raccontaci qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Benvenuti a Morascone.
Buongiorno a voi, sono io in realtà che vi ringrazio per il tempo e lo spazio che mi concedete. Sono d’accordo, per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare, ma non solo. Dal mio punto di vista è equamente importante avere una sensazione, un sentimento, un messaggio da trasmettere, anche se ad essere onesti, l’idea di questo romanzo nasce più precisamente dalla mia instancabile passione per l’immaginare improbabili meccanismi e combinazioni. Adoro cogliere quel tipo di situazioni che dominano celatamente la scena quotidiana, così come i concetti di ‘coincidenza’ e ‘sorpresa’; credo che tutto ciò emerga in modo evidente nelle mie pagine.Benvenuti a Morascone: perché hai scelto proprio questo titolo?
Le motivazioni sono in realtà più di una. Di fatto “Benvenuti a Morascone” è ciò che recita il cartello sulla famigerata strada provinciale di cui parlo spesso nel libro. Un’indicazione stradale imbrattata e posizionata in un posto infelice, una specie di ‘simbolo iconico’ per l’intero romanzo che d’impatto suona come una minaccia, qualcosa come ‘uomo avvisato, mezzo salvato’. Terminata la prima bozza, mi sono reso infatti conto che il vero protagonista del libro era in realtà il paese stesso, teatro e riferimento comune ad ogni scena. Morascone è naturalmente un nome inventato, immaginavo un paese localizzato in mezzo al nulla, in cui la vita quotidiana non riserva grandi gentilezze né opportunità ed in cui troppo spesso la realtà si presenta come un muro sbattuto in faccia. Il secondo motivo di questa scelta nasce dalla necessità di richiamare un’ironia tagliente, dissacrante, che non fa alcuna distinzione di genere e che di fatto domina gran parte del testo; affiancarla pertanto ad una realtà disagiata, tramite la quale si possono affrontare temi ‘scomodi’, mi è sembrato essere una scelta azzeccata. La copertina rappresenta al cento per cento quello a cui si va incontro: un messaggio accogliente e perfettamente in contrasto con l’immagine di un posto in cui nessuno vorrebbe mai andare.Ci riveli qualche indiscrezione sulla trama, così da farci addentrare meglio nel tuo contesto?
Il romanzo è ambientato nella Pianura Padana. Come anticipavo, lo scenario è quello del tipico paesello da cento anime, abbandonato in qualche modo a se stesso, tra risaie, nebbia, campi e boschi. I personaggi sono apparentemente molti, anche se in realtà, con lo scorrere delle pagine e come del resto accade in tutti i piccoli paesi, ci si rende conto siano sempre gli stessi; tutti protagonisti nel bene e nel male di dodici storie apparentemente slegate tra loro, ma che di fatto si intrecciano a formare un’unica trama. Il risultato che ho voluto ottenere è quello di una sorta di crescente familiarità che rende al lettore il quadro generale, capitolo dopo capitolo, sempre più chiaro. Ho quindi pensato che focalizzare l’intero scenario all’interno di un ristretto arco temporale sarebbe stato più efficace, più diretto e quindi più d’impatto; tutto ruota infatti intorno alla medesima giornata, intervallata da sporadici flashback più o meno distanti nel tempo. Infine ho scelto un linguaggio diretto, spesso crudo e volgare, qualcosa che fosse realistico per il contesto, ma al contempo apprezzabile dalla maggior parte dei lettori.
Benvenuti a Morascone
di Roberto ContiRossini Editore
Narrativa
ISBN 978-8831469463
Cartaceo 11,39€