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Scrittori Patacca

Creato il 12 agosto 2012 da Patrizia Poli @tartina

Non faccio nomi - una ragazza timida e introversa mi ha fatto leggere in gran segreto un suo racconto, ma non vuole che lo divulghi, dice che deve rivederlo, si vergogna, è piena di complessi e timori. Il racconto è bello, lo stile “virile” e robusto, sa tratteggiare in poco spazio personaggi e storia. Se lo avesse spedito al Laboratorio di Narrativa, sarebbe stato fra i migliori.
È proprio vero che, più si è bravi, più si sta in silenzio, più si è arroganti e incapaci, più ci si mette in mostra.
Conosco - e ancora non faccio nomi - autori e autrici che si pavoneggiano in rete, che presentano i loro libri nei comuni, nelle librerie, che spediscono copie ai quattro venti, che aprono circoli letterari e salotti culturali, che elargiscono magnanimi consigli ai giovani, che hanno codazzi di amici osannanti su Fb, che nella professione scrivono “scrittore” e “autrice di romanzi”, che aspirano a grande fama internazionale e poi nei loro libri trovi

“afferrati delitti”
“scapolo impertinente”
“la caparbia”
“raggirare gli ostacoli”
“fibrillazione atricolare”

Tutto è lecito ormai? Chi scrive in italiano corretto è banale e poco creativo? L’importante è l’impulso, la scrittura di getto, l’espressione immediata, la comunicazione del messaggio?
E la fatica? Lo studio? Il lavoro certosino di lima? Lo scavo interiore? La coerenza della storia? L’impalcatura narrativa? Lo spessore del personaggio? L’eleganza dello stile?
Non c’è più niente, non esiste più niente?
Non sarebbe il caso che il “municipio”, la “libreria”, il “circolo culturale” prima di presentare un testo lo esaminassero davvero?
Non sarebbe l’ora che i malcapitati lettori, che si sono fatti infinocchiare e hanno comprato una copia di questi libracci, smascherassero finalmente gli pseudo scrittori che inquinano la piazza, gli scrittori Patacca, decretandone l’illeggibilità e facendosi restituire i soldi spesi, invece di continuare a commentare falsamente estatici: “cara/caro l’ho letto, è bellissimo!” salvo poi girarsi e vomitare? Tanti mi hanno scritto in privato dicendomi: “ma ti è piaciuto il libro di Tizio/Tizia? Perché a me ha fatto schifo!” poi, all’autore dicono: “sei bravissimo/bravissima.”
E che dire di certi curriculum ampollosi e patetici scritti da ragazzini che avranno finito sì e no le medie e millantano carriere letterarie da centenari?

Ora, forza, ditemi che sono invidiosa di chi brilla di cotanta luce! Sì, è vero, sono invidiosa della faccia tosta di chi sembra essere immune al senso del ridicolo.



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