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Scrittura a mano VS tastiera

Creato il 08 ottobre 2013 da Wondergianna @wondergianna

Scrittura a mano VS tastiera Anonima Andrea Cabassi

Secondo una ricerca condotta da neurofisiologi norvegesi e francesi pubblicata su Advances in Haptics, la scrittura a mano attiverebbe molte più aree cerebrali rispetto alla digitazione su tastiera.
In breve, nella scrittura a mano gli occhi e la mano partecipano durante il processo di creazione della lettera, cosa che invece non accade quando si preme semplicemente un tasto. Nel primo caso, dunque, sono attivate molte più aree sensoriali.

Scrittura a mano VS tastiera
Non solo: per la scrittura a mano sono richieste capacità decisamente superiori al semplice pigiare tasti, ed è forse questo che rende la cosa più divertente. Personalmente ritengo di padroneggiare sia una tecnica che l’altra (questo non vuol dire che la mia grafia sia particolarmente gradevole, però è efficace) e non ho subito il minimo trauma nemmeno al passaggio dai tasti fisici a quelli touch.

In base a che cosa scelgo uno o l’altro metodo? Prima di tutto in base alla disponibilità degli strumenti ma, a parità, la scrittura per il web è solo via tastiera, mentre la narrativa nasce solo da inchiostro (o da matita).

Gli strumenti di scrittura a mano

Al momento i miei strumenti di scrittura a mano sono una penna stilografica, una matita/portamine e una biro. Usarli mi dà, ognuno in modo differente, grande soddisfazione (però forse è solo una malattia mentale) ma riconosco che hanno anche qualche pecca fastidiosa che a volte mi sconsola un po’.

  • La penna stilografica è lo strumento creato dal dio della scrittura proprio per noi homo scriptor: è maneggevole, leggera, scorre come pattini sul ghiaccio e, soprattutto, è bellissima: è la lightsaber del jedi che dimora nel cuore di tutti noi. Però, essendo quel dio un buontempone, l’ha resa anche dispettosa: a volte ci si sporca come minatori e, se l’inchiostro si secca, un unico dio da infamare può davvero essere troppo poco.
  • La matita ci riporta al passato, ancor più della stilografica. Il suo è un sapore antico che però resiste al tempo e alle mode, come un vecchio albero di canfora o un totem Sioux. Anche qua il rovescio della medaglia non è da poco: le pagine scritte a matita tendono a macchiarsi con la grafite, inoltre serve tener la punta sempre in ordine e ricordarsi che una caduta a terra può voler dire la scissione della mina a livelli subatomici (con il conseguente rilascio di energia bestemmiatomica).
  • La biro è il meno nobile fra gli strumenti citati, però è affidabile, resistente, non sporca e… in questa versione è anche a quattro colori! Di solito uso una semplicissima bic nera, questa è un lusso che mi sono concesso qualche giorno fa… non ho saputo resistere! Tutto sommato rappresenta un buon compromesso, e test clinici dimostrano che l’inchiostro non finisca mai. Oppure le perdo io (o me le ciulano) prima che possa finire? Anche in questo caso un ripasso dei santi del calendario è d’obbligo.

Conclusioni ed effetti collaterali della scrittura a mano

Avrete forse notato che la scrittura a mano può facilmente essere origine di scurrilità, ma ciò non dev’essere freno al nostro naturale istinto di scarabocchiarci le mani. È anzi fonte di gioia ed effimera evasione verso la fanciullezza, in antitesi con l’inedia e la monotonia della scrittura con tastiera (tuttavia, nel caso in cui il gatto vi rovesci sopra la tazza del caffè, anche la tastiera sarà splendida fonte di blasfemie).

Scrittura a mano VS tastiera Anonima Andrea Cabassi


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