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Scrittura Automatica, Gigi D’Alessio e Jackson Pollock

Creato il 15 febbraio 2012 da Gaetanocelestre @GaetanoCelestre

Scrittura Automatica, Gigi D’Alessio e Jackson Pollock

Così, scrivevo a caso e distrattamente una cosa qualunque. Ma subito dopo tremavo di paura, chiedendomi quale fosse il senso nascosto delle parole che avevo scritto.”

Jimmy Page andava fanfaronando di aver “scritto” Stairway To Heaven sotto dettatura del diavolo. Mi è già capitato di dire che in effetti doveva trattarsi di un diavoletto di serie B, uno che se ne va plagiando i Taurus, tanto per esser precisi. Ma qui il punto è che Pessoa, quando scrive il pensiero lì su citato, probabilmente fanfaroneggia anche lui o al limite si è lasciato troppo impressionare dalla scrittura automatica. In fondo, nello stesso testo (Pagine Esoteriche), riferisce a Mario de Sà-Carneiro, di esser rimasto parecchio impressionato dalla lettura di taluni scritti teosofici.

Il modo in cui le ho conosciute è stato, come Lei sa, banalissimo: ho dovuto tradurre dei libri di teosofia. Io non conoscevo niente, assolutamente niente, del problema. Ora, come è naturale, conosco l’essenza del sistema.

Dubito fortemente della conoscenza “essenziale” di quel sistema, da parte del Pessoa. Ciò per il semplice fatto che lui è sicuramente venuto a conoscenza della sostanza di quei libri tradotti. E pur anche si fosse trattato de La Dottrina Segreta di madame Blavatsky, la conoscenza del poeta portoghese si restringerebbe alla sole autorevoli intenzioni dell’autrice appena citata. Una conoscenza della “parte”, la parte più importante magari, ma non del “tutto”, dell’essenza in se stessa.

In ogni caso, Fernando Pessoa rimane affascinato da questi misteriosi studi sulla “conoscenza divina”.

Poniamo che un essere umano venga recluso in una “altra” dimensione ove tutto scorre come nella presente nostra, con la sola assenza dell’elemento musicale. Un mondo privo di musica! E ora immaginiamo che tale essere umano venga d’un tratto catapultato, dopo circa vent’anni, nella nostra realtà vissuta. Magari proprio nel bel mezzo di una esibizione di Gigi D’Alessio. Le sue reazione potranno essere solo due:

1)   La repulsione, l’orrore…e in ciò non differirebbe da quanto possa provare un nostro simile qualunque.

2)   L’amore sconsiderato per questa nuova forma d’arte appresa.

Ora, alla fine della canzone di Gigi D’Alessio, riportiamo l’essere umano del nostro esperimento nel mondo altro (quello privo di musica). Ivi sicuramente indottrinerà i suoi simili al culto del neomelodico…nell’ignoranza assoluta dell’esistenza dei Led Zeppelin, di Jimi Hendrix, di Sting o di non so cos’altro…

Pessoa, rimane affascinato dal lato occulto della scrittura automatica in un modo del tutto simile. Non sappiamo se Jung, in contrasto all’approccio materialista del compare Freud, abbia avuto influenze simili, quando consigliava ai suoi pazienti tale modo di autoanalisi. Resta il fatto che ad oggi la scrittura automatica è il più abusato degli scacciapensieri studenteschi nelle ore delle lezioni più noiose, soprattutto nella sua accezione più pollockiana.

Lo scrivere e il disegnare sono solo due delle infinite attività umane che si associano all’agire inconscio, casuale, inconsapevole. Ciò accade più spesso di quanto noi stessi ci accorgiamo. Basti pensare a quanta gente parla senza saper con precisione di cosa.

La verità è che forse ancora non abbiamo capito granchè…   Per fortuna, devo aggiungere! Così da poter apprezzare pienamente un Pollock.

E con questa ho anche suggerito la mia preferenza junghiana…



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