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Scrittura online (13): la poesia sensuale di Eleonora.

Creato il 25 marzo 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Scrittura online (13): la poesia sensuale di Eleonora.Scatto in tempi eterni

Loro si muovono

lasciano scie

sulla pellicola impressionata.

Vita

come foto estatica

movimentata statica

Tutti si agitano

anche la terra

io immobile

dentro

vacillo

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Saffo

 
Baciami, ancora


con quelle labbra rugiadose


ogni centimetro del mio corpo,

solcato.


Toccami, più a fondo


scava in me con violenza ferina


con dita di ragno e conchiglia


muscoli tesi come corde di violino.


Mordi, più forte


ogni avvallamento, turgidità, morbidezza, spigolo


del corpo mio.


Con la tua lingua di fuoco e rasoi


lasciami segni indelebili


sulla schiena, sulla pelle sudata


nelle vene.


Sputa nel sangue, bevi il mio mosto


tormentosa tormentata Saffo.




Ti odio, pur godendo di te


come ogni vizio, soffro guarendo senza di te.





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La Casa del Mirto

La felicità nascosta

Tra foglie di mirto e aghi di pino

E se ti stiri,

ti protendi,

ti amalgami

con questo mondo dove non c’è traccia di uomo

allora

niente

vivi di roccia e di sale

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La Cassandra

Morirete tutti, moriremo

E cadendo ballerò

Portando via con me

L’amore immenso che

Nessuno ha visto mai

Gatto bianco tinto in nero

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La Clitemnestra

Guardando l’ombra ed il solco

Che hai lasciato sul cuscino

Penso al solco del corpo di donna

Sul tuo giaciglio

Possiedimi, riempimi, sfiniscimi
ma più mi riempi so

Che sentirò il suo vuoto

colmami, insozzami, affogami

Di te in te con te

Ma più mi sbatti più mi sciogli so

Che sentirò il suo vuoto

A che serve un talamo
Se poi con la schiava usa la paglia?
A che servono le doglie
Se poi sull’altare ci sono coltelli e non fiori d’arancio?

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Le troppe cose

Milioni, milioni

Milioni di cose vorrei

Fare con te

Ascoltarti suonare

Alla fermata del tram

Mentre pioviggina

Attenderti

Oltre a

Senza luci

Fare sesso

Fare all’amore

Da lontano

Nelle pinete più vecchie

Di te

Più scosse

Di me

Si aggirano lupi di mare

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E se non fosse stato?

E se non fosse stato? (un imprevisto)

Se il tram, quello

La coincidenza   (a Berlino)

L’avessimo persa?
Se non ci fossimo incrociati   (non ritornando)

Nello spazio   (entrambi)

Che traballa?

Un altro uomo un’altra donna   (sempre altrove)

Al nostro fianco forse     (sei)

Ci avrebbero lasciati indifferenti   (con gli occhi)

E nel guardarsi,

ci si ritrova

eppure

non ieri,non oggi

né domani

solo quell’attimo è bastato  (ma basterà?)

Di tutte le coincidenze

Sei tu la più fortuita ©

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A.E.

Letto disfatto

Lenzuola rotte

sigarette

Finestre aperte,

tu.

di questa sceneggiatura

mi tingerebbe gli occhi

la mattina.

Ci troverei abbracciati.

Ma non ci trovo.

Non incontro che

spazio.

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Respiro


Piano tremante sottile esploso

incontro abbandonico zitta dormivi

tremavi sudavi ti liquefacevi

sul letto gigante stile America annoiata
metà novecento.
   (Mi hai versato del brandy sul vestito a pois!
   Per ripicca del rossetto sul colletto)

Bambina invecchiata dalle flebo,

rughe

le vedi?

Io si

ricorda

che un po’ sono il tuo cane da guardia

di chi muore Anubi
di chi nasce, Iside

   eddai! ricorda

i tuoi sonninsonni

Dormi che è meglio pensarci domani

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Postfazione di Rina Brundu. Il nome di Eleonora non può che riportare alla memoria il glorioso raccconto di Edgar Allan Poe: “La mano nella mano, per questa valle ben quindici anni vagai con Eleonora prima che Amore entrasse nei nostri cuori. Fu una sera al volgere del terzo lustro della sua vita, e quarto della mia, che ci sedemmo stretti in reciproco abbraccio sotto gli alberi serpentini, e abbassando lo sguardo sul Fiume del Silenzio vi cercammo, nel vivo dell’acqua, le nostre immagini. Per il resto di quella dolce giornata non dicemmo una parola; e anche all’indomani le nostre parole furono tremule e rade. Avevamo tratto da quell’onda il dio Eros, e ora sentivamo che egli ci aveva acceso dentro le anime di fuoco degli antenati. Le passioni che da secoli contraddistinguevano la nostra stirpe affiorarono in folla con gli impeti visionari per cui andava altrettanto famosa, e assieme spirarono una delirante felicità sulla Valle dell’Erba Multicolore. Colse ogni cosa un mutamento. Strani fiori brillanti a forma di stella scoppiarono sugli alberi dove non s’era mai vista traccia di fiore. Le tinte del tappeto verde si fecero più intense; e quando ad una ad una appassirono le bianche margherite, sbocciarono al loro posto a dieci per volta gli asfodeli color del rubino. E la vita trionfava sul nostro cammino…”. L’Eleonora delle poesie pubblicate qua sopra – e della qual Eleonora, oltre al nome, nulla so in più – mi ha scritto per collaborare a Rosebud. Con queste sue opere, appunto. Mi paiono esteticamente apprezzabili. Oltre che “ardenti”. Di sicuro raccontano un’anima. Diversa. Inquieta. A suo modo ispirata. Per questo vale la pena leggerle. E “ascoltarle”. I cognomi delle anime, invece, non sono importanti.

Featured image, Virginia Clemm, la cugina poi diventata sua moglie appena tredicenne. La sua morte prematura potrebbe aver ispirato molte delle opere di Poe.


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