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come mai questo salto temporale all'indietro dalla blogosfera alla carta? Il motivo principale sta nell'assoluta riservatezza (e quindi nella maggiore libertà) che un pezzo di carta ti offre da un lato, e dall'altro nella maggior immediatezza insita nello scrivere a mano.
Bisogna riconoscere però che questo secondo aspetto vale oggi nel 2012, ma molto probabilmente non varrà un domani quando scrivere con la tastiera (o con altri dispositivi) acquisterà quel carattere di naturalezza e leggerezza che possiede la penna. Certo, anche oggi (o 10 anni fa) ci sono persone che scrivono naturalmente con la tastiera e forse anche più velocemente che con la penna: la questione secondo me non sta tanto nella comodità, che dipende dall'uso, ma dai vari strumenti richiesti dalla vita per determinati campi (ancora oggi molti ritengono pericoloso far studiare i bambini solo al computer).
La maggiore immediatezza sta anche nel fatto che la penna funge da prolungamento del nostro corpo e con essa possiamo, scrivere, disegnare, scarabocchiare, lasciare libero sfogo ai flussi di pensiero, il tutto quasi sovrappensiero; con il computer la cosa è leggermente diversa: possiamo scrivere con naturalezza ed immediatezza, ma appena decidiamo di cambiare funzione (dallo scrivere al far di conto, ad esempio), abbiamo bisogno di un altro programma o di un altro comando all'interno del programma, svolgiamo quindi un'azione cosciente per la cui realizzazione necessitiamo di un intermediario il quale esaurisce la sua funzione nel passaggio (in questo caso il procedimento di passaggio da un programma all'altro, ad esempio) da un campo di attività ad un altro.
Ci rendiamo conto che la nostra attività è mediata e non è immediata e questo in qualche modo rende diverso l'uso della penna dal pc.
Probabilmente con la diffusione ulteriore (io spero) dell'uso del pc da un lato e dall'altro con la sempre minore mediazione della macchina nell'espletamento di funzioni varie avremo cambiamenti anche in campi che a prima vista potrebbero sembrare neutrali, come il linguaggio o la comunicazione (be' la seconda è già stata modificata da un bel po'): e per linguaggio non intendo semplicemente la grammatica di una lingua o il modo di esprimersi, ma proprio la capacità di esprimere concetti e soprattutto pensarli in un determinato modo, perché una lingua è prima di tutto un modo di pensare, solo dopo di parlare.
Concludendo, ho parlato di sempre minore mediazione della macchina, in effetti non è che sia propriamente così, la macchina forse media sempre più pesantemente, ma allo stesso tempo (io credo) questa mediazione è percepita sempre meno e tende a scomparire (la percezione).
P.S. forse è per questi motivi che non riuscirò mai a scrivere un grande romanzo borghese (alla Mann), oltre al fatto ovviamente che non sono cresciuto in una famiglia borghese e che la borghesia come classe in ascesa (e declino) sia storia vecchia....
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