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Scrivere breve - Giobbe (Joseph Roth) / Soundtrack: Anni di piombo (Virginiana Miller)

Creato il 26 febbraio 2016 da Faustotazzi

Scrivere breve - Giobbe (Joseph Roth) / Soundtrack: Anni di piombo (Virginiana Miller)Scrivere breve - Giobbe (Joseph Roth) / Soundtrack: Anni di piombo (Virginiana Miller)
Menachem è un nome ebraico che significa Uomo, Mendel è un diminutivo di Menachem
“Il dolore lo farà saggio, le difformità buono, l'amarezza mite e la malattia forte”
Si precipitò su di lui, dai suoi occhi sgorgavano lacrime calde, copiosi, grandi, salate dolenti e dolci. “Mamma”, ripeté il piccolo. Dieci volte ripeté la parola, cento volte la ripeté Deborah. Menachem parlava e questa unica parola era sublime come una rivelazione, potente come un tuono, calda come l'amore, clemente come il cielo, vasta come la terra, fertile come un campo, dolce come un frutto. Significava che Menachem sarebbe diventato forte e grande, saggio e buono, come avevano detto le parole della benedizione. Per lungo tempo quest'unica parola significò mangiare e bere, dormire e voler bene, piacere e dolore, cielo e terra. Sebbene dicesse solo questa parola a sua madre egli sembrava eloquente come un predicatore ed espressivo come un poeta, lei poteva capire ogni parola che si celava in quell'unica.
Mendel era tranquillissimo e senza timore, diede un’occhiata al mare e attinse conforto dell'immensità dell’acqua increspata, eterna. Riconobbe che Dio stesso l'aveva creata, giù sul fondo s’attorcigliava il Leviatano, il pesce sacro che i pii e i giusti mangeranno il giorno del giudizio. Il Nettuno era una grossa nave ma paragonata con il Leviatano e il mare, con il cielo e la saggezza dell'Eterno, era una cosa minuscola. Tranquillizzò il marinaio, fece ancora una volta un mezzo giro su se stesso e mormorò la benedizione che si deve dire alla vista del mare, fece un mezzo giro su se stesso e sparse una per una le parole della benedizione sulle onde verdi: “Lodato sii sì eterno nostro Signore, che hai creato i mari, con i quali separi i continenti”
“Io sono Menachem”. Allora Menkes prese la parola: “Mendel” - disse - “siamo venuti a vederti nella tua felicità come ti abbiamo visto nell'infelicità, come allora eravamo tristi con te così oggi insieme con te godiamo”. Mendel si addormentò, e si riposò del peso della felicità e della grandezza dei miracoli.


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