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Scrivere Breve: Thomas Mann - Tonio Kroger

Creato il 06 dicembre 2015 da Faustotazzi
Scrivere Breve: Thomas Mann - Tonio Kroger
Vorrebbe forse che andassi in giro con una giacca logora di velluto o un gilè di seta rossa? Come artisti si è già abbastanza avventurieri dentro, fuori almeno bisogna esser vestiti correttamente, per tutti i diavoli, e comportarsi da persone ammodo.
Lo avevo scritto male - Korger - e se lo scrivi male senti dal tuo profondo che c'è qualcosa che non va, non nel suono o nel senso ma nell'estetica stessa, nella forma della parola. Quindi lo ho corretto.
Ma la terza stanza, là dietro, quella più piccola, che ora era anch'essa piena di libri custoditi da un'uomo dall'aria modesta, quella stanza era stata la sua per molti anni. Là si era rifugiato tornando da scuola, a quella parete era appoggiato il suo tavolo... il noce... una pungente malinconia lo trafisse.
Perché torno anche io in un posto dove spesso mi aggiro senza che molti mi riconoscano e che io li riconosca...
Nuvole si rincorrevano in cielo davanti alla luna. Il mare danzava. Fino a dove arrivava lo sguardo, nella luce vivida e inquieta della notte, il mare era lacerato frustato sconvolto, si torceva e si inarcava mentre accanto ad abissi traboccanti di schiuma si ergevano forme frastagliate e gli spruzzi si disperdevano tutto intorno nell'aria in un gioco folle come scagliati dalla forza di braccia smisurate. La nave avanzava a fatica, beccheggiando e scricchiolando si faceva strada in quel tumulto e ogni tanto si sentivano risuonare nel suo ventre i ruggiti dell'orso e della tigre che soffrivano per la mareggiata.
Che bella descrizione di una mareggiata da una barca di notte, ti ci porta come se davvero ci fossi stato, come quella notte a Cala Portese su Caprera, o il temporale a Capo Bianco in Corsica...
Non ho amato tantissimo il libro ma questo passaggio mamma mia che bello: "Le onde si inarcavano come tori che abbassano le corna al colpo"! Anni dopo, su spiagge agli antipodi in Messico, abbandonate le barche e abbracciate riflessioni sulla tastiera.
E vennero giorni grigi e tempestosi, le onde si inarcavano come tori che abbassano le corna al colpo e si avventavano rabbiose contro la spiaggia che rimaneva sommersa per lunghi tratti. Tra i dorsi distesi delle onde si aprivano valli di schiume chiare. Ma sotto il cielo velato, dietro alle nuvole là dove c'era il sole, sulle acque si stendeva un pallido splendore di velluto. Era avvolto dal vento e dallo scroscio delle onde, immerso in quel fragore eterno, cupo e assordante che amava tanto ma se si voltava e si allontanava, tutto intorno a lui sembrava improvvisamente caldo e tranquillo.

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